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L'appello di Franco Zunino per l'Orso bruno marsicano


CONTRO APPELLO PER L'ORSO MARSICANO
In merito all'appello per salvare l'Orso marsicano lanciato dalla Società di Storia della Fauna "Giuseppe Altobello" di Campobasso, quale primo studioso dell'Orso bruno marsicano (quando la situazione della popolazione non era ancora così drammatica e si era in grado di intervenire affinché l'orso si potesse salvare con le proprie forze - e la mia ricerca aveva proprio lo scopo di stabilire cosa fare per giungere a questo successo, sebbene quelle proposte NON SIANO MAI STATE ADOTTATE, perché andavano contro troppi interessi economici, turistici, politici ed anche di immagine personale), ritengo di esprimere il mio totale dissenso da quanto proposto, per le seguenti dieci ragioni.
1. Nessuna problematica sanitaria, se non nelle dicerie e nei "desiderata" di alcuni studiosi è stata finora certificata inopugnabilmente: solo ipotesi e timori.
2. L'unicità della popolazione era già stata riconosciuta da Altobello e Sipari negli anni venti del secolo scorso, e non c'era bisogno che ce lo venissero a raccontare gli ultimi studiosi e ricercatori, che caso mai hanno solo sperperato soldi per confermare ... l'acqua calda.
3. "La difficile convivenza con le attività dell'uomo" che viene addotta a prova del declino della popolazione, è stata quella che fino a non troppi anni fa fu motivo della sua sopravvivenza e della sua alta densità numerica. Un fatto che andava e andrebbe riconosciuto se si vuole salvare questa popolazione; non farlo passare solo come effetto negativo (come a dire che la colpa sia delle genti locali, degli abruzzesi, dei laziali e dei molisani, anziché un loro merito, quale è ed è stato!) Con queste teorie non si salverà MAI l'Orso bruno marsicano.
4. Certo è il fatto che, almeno dal 1970, il Parco d'Abruzzo ha fatto ben poco per salvare la popolazione dell'Orso marsicano, ed anzi, molte sue iniziative sono proprio andate nella direzione opposta, tanto da far scrivere, alla Società di Storia della Fauna, dell'esistenza del serio rischio "di un crollo dell'attuale popolazione".
5. Il progetto di allevamento è un'idea che il sottoscritto paventava e prevedeva che si sarebbe giunti a proporre con una politica di gestione del Parco portata avanti negli ultimi quarant'anni, più volta a potenziare il turismo ed a combattere i cacciatori che a salvare l'Orso marsicano, ma come fatto nefasto, però, che si sperava non si dovesse mai giungere a fare (sebbene qualche dirigente dell'epoca lo auspicasse, come iniziativa autoreferenziale di attività manageriale!). Ora si giunge alla stesa conclusione: segno di una SCONFITTA CLAMORSA e della verità che il sottoscritto da quarant'anni anni va asserendo (sarebbe bastato difatti mettere in pratica le proposte di protezione elencate nei miei studi dei primi anni '70 del secolo scorso, per evitare il declino ed il rischio di "crollo" che stiamo oggi vivendo).
6. Con un "allevamento" si creerebbe certamente un altro "circo" per studiosi e ricercatori che, così potranno campare ancora per anni su questa specie, magari senza successo (salvo per i loro stipendi). Si potrà essere d'accordo, ma solo quando la popolazione sarà veramente all'estremo, come ultima change, ovvero quando si conterà solo più qualche decina di esemplari (conteggio che gli studiosi sono bravissimi a fare, visto che sono vent'anni che lo stanno facendo, in positivo - nascite -ed in negativo - morti), ma a condizione che ad occuparsi del "circo" siano altri addetti ai lavori, magari stranieri o coordinati da veri esperti stranieri, e comunque mai personale appositamente stipendiato: altrimenti tra cent'anni avremo ancora chi si sarà specializzato in "allevamento" di orsi (siamo in Italia, non in Cina o negli USA, ed il senso pratico e la serietà latitano: cosa che all'estero conoscono benissimo!).
7. Prima, però, si devono fare i conti con la storia e si deve dire chi ha sbagliato e chi aveva visto giusto. Troppo comodo passare sempre e comunque per vincenti (come fanno certi partiti politici alla ricerca della vera democrazia, senza mai aver fatto i conti con la storia), quando si è stati responsabili, magari solo morali, dell'attuale situazione di declino.
8. Alle suddette condizioni sarò sicuramente favorevole a recinti o fosse di allevamento, ma prima di giungere a questa scelta si provi almeno a realizzare i "Recinti Finamore", certamente meno costosi, meno scientifici, ma anche certamente assai più pratici ed utili per la sopravvivenza dell'Orso marsicano, mentre l'eventuale "allevamento", soprattutto se condotto da italiani, finirà per divenire il solito "grande circo" per studiosi e ricercatori e "grande attrattore" per il nefasto turismo, ancorché definito eco-compatibile ed ecologico!
9. Vero è che in Cina il Panda si è salvato anche grazie a questi allevamenti (ma della cosa non sarei poi così certo). Il ridicolo è che qualche anno fa lo stesso Parco d'Abruzzo avesse inviato suoi "esperti" a dare istruzioni sul come salvarlo! Ma non ci si dimentichi del grosso (enorme!) rischio di creare una popolazione di orsi domestici poi difficilmente liberabili in natura, ovvero nuovi "orsi problematici" (ricordo che al mondo ancora nessun orso è stato fatto riprodurre in recinti per essere poi liberato, proprio per la difficoltà e la tendenza all'addomesticamento che questa specie acquisisce quando tenuta a stretto contatto con l'uomo): si è sempre e solo operato con la reintroduzione di individui provenienti da altre popolazioni selvatiche - Trentino e Pirenei -, cosa che, Dio non voglia, qualche altro "genio" prima o poi finirà per proporre anche per l'Abruzzo.
10. Vero è che sarà meglio avere un orso domestico ma geneticamente puro e salvo, che rischiare una sua totale sparizione dal mondo selvaggio del Parco d'Abruzzo. Ma prima di giungere a questa scelta veramente poco auspicabile - e da tenere come ultima risorsa - si faccia di tutto per salvare l'attuale popolazione favorendone la crescita, prendendo finalmente quei provvedimenti massicci ed anche impopolari (ma efficaci!) che MAI SONO STATI PRESI per impedire il "rischio di crollo" cui stiamo andando incontro.
Per concludere, oggi per salvare l'Orso marsicano non servono forme di allevamento, pericolose (si pensi alle catture ed al loro rischio, e al fenomeno dell'addomesticamento), dispendiose (si pensi ai costi di una tale realizzazione) e di difficile realizzazione (si pensi al come sarà mai possibile tenere un tale "allevamento" relegato in un " cordone sanitario" che lo isoli dal fenomeno turistico che inevitabilmente si innescherebbe).
Cinque sono invece le cose da fare, subito, a partire dalla prossima primavera, pratiche, poco costose, e AD EFFETTO IMMEDIATO. Questo è ciò che serve oggi per far sì che la popolazione dell'Orso marsicano si riprenda e risalga da quella china in cui è stata costretta proprio dall'inefficienza delle pubbliche autorità: non fumosi programmi che dilazionano nel tempo la loro incidenza sulla sopravvivenza dell'orso, come rimboschimenti o fantasiosi "recinti di allevamento", che più che all'orso servono a chi l'orso studia: 
1. Severo controllo turistico, con chiusura assoluta a tutti, di non pochi territori selvaggi da riservare all'orso, senza deroghe di sorta.
2. Coltivazione cospicua di terreni agricoli, oggi in abbandono, con colture a perdere, da difendersi con la realizzazione di "Recinti Finamore".
3. Incentivazione della pastorizia ovina, oggi sempre più abbandonata e/o proibita, possibilmente con iniziative di diretta gestione da parte degli apparati pubblici.
4. Controllo severo, con drastica riduzione delle presenze, del cinghiale (ma anche del cervo) nella zona del Parco e nelle sue aree circostanti.
5. Blocco assoluto ad ogni progetto di sviluppo urbanistico al di fuori delle zone abitate e abitabili (ovvero zone D del Parco) nell'area di habitat primario.
Non mi resta che un augurio: che l'ente che più di tutti è preposto a dover decidere quali azioni intraprendere per evitare il "crollo della popolazione", ovvero il Parco Nazionale d'Abruzzo, abbia il coraggio di prendere almeno oggi quelle misure che non sono mai state prese, che costerebbero pochi sforzi, anche economici, affinché la situazioni almeno inizi a ribaltarsi. Negli anni '70 c'erano 100 orsi e il Parco aveva 30 dipendenti. Oggi siamo giunti a quasi 30 orsi contro oltre 100 dipendenti. Forse è proprio per questo che non si sono mai trovate le risorse economiche per salvare l'Orso marsicano: e a causa di cioè i soldi mancano sempre, seppure siano stati spesi milioni di euro in ricerche di cui si poteva benissimo fare a meno.
Franco Zunino
già primo studioso dell'Orso bruno marsicano
Segretario Generale dell'AIW

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