CONTRO APPELLO PER L'ORSO
MARSICANO
In merito all'appello per salvare
l'Orso marsicano lanciato dalla Società di Storia della Fauna "Giuseppe
Altobello" di Campobasso, quale primo studioso dell'Orso bruno
marsicano (quando la situazione della popolazione non era ancora così
drammatica e si era in grado di intervenire affinché l'orso si potesse
salvare con le proprie forze - e la mia ricerca aveva proprio lo scopo di
stabilire cosa fare per giungere a questo successo, sebbene quelle proposte
NON SIANO MAI STATE ADOTTATE, perché andavano contro troppi interessi
economici, turistici, politici ed anche di immagine personale), ritengo di
esprimere il mio totale dissenso da quanto proposto, per le seguenti dieci
ragioni.
1. Nessuna problematica sanitaria, se
non nelle dicerie e nei "desiderata" di alcuni studiosi è stata finora
certificata inopugnabilmente: solo ipotesi e timori.
2. L'unicità della popolazione era
già stata riconosciuta da Altobello e Sipari negli anni venti del
secolo scorso, e non c'era bisogno che ce lo venissero a raccontare gli ultimi
studiosi e ricercatori, che caso mai hanno solo sperperato soldi per confermare
... l'acqua calda.
3. "La difficile convivenza con le
attività dell'uomo" che viene addotta a prova del declino della popolazione, è
stata quella che fino a non troppi anni fa fu motivo della sua
sopravvivenza e della sua alta densità numerica. Un fatto che andava e andrebbe
riconosciuto se si vuole salvare questa popolazione; non farlo passare solo come
effetto negativo (come a dire che la colpa sia delle genti locali, degli
abruzzesi, dei laziali e dei molisani, anziché un loro merito, quale è ed
è stato!) Con queste teorie non si salverà MAI l'Orso bruno
marsicano.
4. Certo è il fatto che, almeno dal
1970, il Parco d'Abruzzo ha fatto ben poco per salvare la popolazione dell'Orso
marsicano, ed anzi, molte sue iniziative sono proprio andate nella
direzione opposta, tanto da far scrivere, alla Società di Storia della
Fauna, dell'esistenza del serio rischio "di un crollo dell'attuale
popolazione".
5. Il progetto di allevamento è
un'idea che il sottoscritto paventava e prevedeva che si sarebbe
giunti a proporre con una politica di gestione del Parco portata avanti
negli ultimi quarant'anni, più volta a potenziare il turismo ed a combattere i
cacciatori che a salvare l'Orso marsicano, ma come fatto nefasto,
però, che si sperava non si dovesse mai giungere a fare (sebbene
qualche dirigente dell'epoca lo auspicasse, come iniziativa autoreferenziale di
attività manageriale!). Ora si giunge alla stesa conclusione: segno di una
SCONFITTA CLAMORSA e della verità che il
sottoscritto da quarant'anni anni va asserendo (sarebbe bastato
difatti mettere in pratica le proposte di protezione elencate nei miei studi dei
primi anni '70 del secolo scorso, per evitare il declino ed il rischio di
"crollo" che stiamo oggi vivendo).
6. Con un "allevamento" si creerebbe
certamente un altro "circo" per studiosi e ricercatori che, così potranno
campare ancora per anni su questa specie, magari senza successo (salvo per i
loro stipendi). Si potrà essere d'accordo, ma solo quando la popolazione sarà
veramente all'estremo, come ultima change, ovvero quando si conterà
solo più qualche decina di esemplari (conteggio che gli studiosi sono bravissimi
a fare, visto che sono vent'anni che lo stanno facendo, in positivo - nascite
-ed in negativo - morti), ma a condizione che ad occuparsi del "circo"
siano altri addetti ai lavori, magari stranieri o coordinati da veri esperti
stranieri, e comunque mai personale appositamente
stipendiato: altrimenti tra cent'anni avremo ancora chi si sarà specializzato in
"allevamento" di orsi (siamo in Italia, non in Cina o negli USA, ed il senso
pratico e la serietà latitano: cosa che all'estero conoscono
benissimo!).
7. Prima, però, si devono fare i
conti con la storia e si deve dire chi ha sbagliato e chi aveva visto
giusto. Troppo comodo passare sempre e comunque per vincenti (come fanno certi
partiti politici alla ricerca della vera democrazia, senza mai aver fatto i
conti con la storia), quando si è stati responsabili, magari solo morali,
dell'attuale situazione di declino.
8. Alle suddette condizioni
sarò sicuramente favorevole a recinti o fosse di allevamento, ma prima di
giungere a questa scelta si provi almeno a realizzare i "Recinti Finamore",
certamente meno costosi, meno scientifici, ma anche certamente assai più pratici
ed utili per la sopravvivenza dell'Orso marsicano, mentre l'eventuale
"allevamento", soprattutto se condotto da italiani, finirà per divenire il
solito "grande circo" per studiosi e ricercatori e "grande attrattore" per
il nefasto turismo, ancorché definito eco-compatibile ed ecologico!
9. Vero è che in Cina il Panda si è
salvato anche grazie a questi allevamenti (ma della cosa non sarei poi così
certo). Il ridicolo è che qualche anno fa lo stesso Parco d'Abruzzo avesse
inviato suoi "esperti" a dare istruzioni sul come salvarlo! Ma non ci si
dimentichi del grosso (enorme!) rischio di creare una popolazione di
orsi domestici poi difficilmente liberabili in natura, ovvero nuovi "orsi
problematici" (ricordo che al mondo ancora nessun orso è stato fatto riprodurre
in recinti per essere poi liberato, proprio per la difficoltà e la tendenza
all'addomesticamento che questa specie acquisisce quando tenuta a stretto
contatto con l'uomo): si è sempre e solo operato con la reintroduzione di
individui provenienti da altre popolazioni selvatiche - Trentino e Pirenei -,
cosa che, Dio non voglia, qualche altro "genio" prima o poi finirà per proporre
anche per l'Abruzzo.
10. Vero è che sarà meglio avere un
orso domestico ma geneticamente puro e salvo, che rischiare una sua totale
sparizione dal mondo selvaggio del Parco d'Abruzzo. Ma prima di giungere a
questa scelta veramente poco auspicabile - e da tenere come ultima risorsa
- si faccia di tutto per salvare l'attuale popolazione favorendone la
crescita, prendendo finalmente quei provvedimenti massicci ed anche
impopolari (ma efficaci!) che MAI SONO STATI PRESI per impedire
il "rischio di crollo" cui stiamo andando incontro.
Per concludere, oggi per salvare
l'Orso marsicano non servono forme di allevamento, pericolose (si pensi alle
catture ed al loro rischio, e al fenomeno dell'addomesticamento), dispendiose
(si pensi ai costi di una tale realizzazione) e di difficile
realizzazione (si pensi al come sarà mai possibile tenere un
tale "allevamento" relegato in un " cordone sanitario" che lo isoli dal
fenomeno turistico che inevitabilmente si innescherebbe).
Cinque sono invece le cose da
fare, subito, a partire dalla prossima primavera, pratiche, poco costose, e
AD EFFETTO IMMEDIATO. Questo è ciò che serve oggi per
far sì che la popolazione dell'Orso marsicano si riprenda e risalga da quella
china in cui è stata costretta proprio dall'inefficienza delle pubbliche
autorità: non fumosi programmi che dilazionano nel tempo la loro incidenza sulla
sopravvivenza dell'orso, come rimboschimenti o fantasiosi "recinti di
allevamento", che più che all'orso servono a chi l'orso
studia:
1. Severo controllo turistico, con
chiusura assoluta a tutti, di non pochi territori selvaggi da riservare
all'orso, senza deroghe di sorta.
2. Coltivazione cospicua di
terreni agricoli, oggi in abbandono, con colture a perdere, da difendersi con la
realizzazione di "Recinti Finamore".
3. Incentivazione della pastorizia
ovina, oggi sempre più abbandonata e/o proibita, possibilmente con iniziative di
diretta gestione da parte degli apparati pubblici.
4. Controllo severo, con drastica
riduzione delle presenze, del cinghiale (ma anche del cervo) nella zona del
Parco e nelle sue aree circostanti.
5. Blocco assoluto ad ogni
progetto di sviluppo urbanistico al di fuori delle zone abitate e abitabili
(ovvero zone D del Parco) nell'area di habitat primario.
Non mi resta che un augurio: che
l'ente che più di tutti è preposto a dover decidere quali azioni intraprendere
per evitare il "crollo della popolazione", ovvero il Parco Nazionale d'Abruzzo,
abbia il coraggio di prendere almeno oggi quelle misure che non sono mai
state prese, che costerebbero pochi sforzi, anche economici, affinché la
situazioni almeno inizi a ribaltarsi. Negli anni '70 c'erano 100 orsi e il
Parco aveva 30 dipendenti. Oggi siamo giunti a quasi 30 orsi contro
oltre 100 dipendenti. Forse è proprio per questo che non si sono mai trovate le
risorse economiche per salvare l'Orso marsicano: e a causa di cioè i soldi
mancano sempre, seppure siano stati spesi milioni di euro in ricerche di cui
si poteva benissimo fare a meno.
Franco Zunino
già primo studioso dell'Orso bruno
marsicano
Segretario Generale
dell'AIW
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