Passa ai contenuti principali

Cose semplici per l'orso marsicano!


COMUNICATO STAMPA

ANCORA SULL’ORSO MARSICANO
Ovvero le cose semplici che la scienza sembra non voler capire

            Una cosa bisogna fare per salvare l’Orso marsicano, una cosa anche semplice, che ne racchiude poi tante altre, ma che è primaria: fare in modo che gli orsi restino sempre più nell’ambito del Parco Nazionale e sue ristrette vicinanze. Per ottenere questo bisogna fare in modo che l’orso trovi sempre più cibo nelle sue antiche aree di vita, e che queste aree restino quiete, poco disturbate dall’uomo e non occupate da impianti eolici e fotovoltaici ed altre urbanizzazioni. Cose semplici, ovvie, pratiche, ed anche poco costose (per le quali, pratica e tecnica valgono più della scienza). Invece, per seminare terreni a perdere per l’orso e difenderne qualcuno con gli ormai famosi “Recinti Finamore” affinché solo l’orso vi possa accedere, i soldi non si trovano e non si sono mai trovati se non nel periodo sperimentale (e con successo!). Per gli indennizzi? Dio ce ne guardi! Troppo costosi! Per offrire contributi a quei pochi cittadini che ancora praticano l’agricoltura, neanche a parlarne. Per controllare il turismo escursionistico, solo provvedimenti sulla carta e con “numeri chiusi” assolutamente ridicoli (perché “ordinare” che in certe vallate possano accedervi “solo” decine se non 100 persone al giorno, o che vi si possa accedere solo mediante un ticket, è quasi come dire che non esiste numero chiuso!).
                Ora, a tutto questo si aggiunge la necessità di controllare gli “orsi problematici”, e l’unica soluzione adottata è quella di impedire agli orsi di saccheggiare i pochi campi ancora coltivati (ma anche pollai e stazzi di pecore, almeno pare di capire). Un’iniziativa che ha due rovesci della medaglia, e non da poco: uno, farà risparmiare soldi a chi deve o dovrebbe pagare i danni; due, farà allontanare sempre più gli orsi alla ricerca di campi e stazzi non protetti da recinzioni elettrificate. I recinti elettrificati sono una buona cosa, ma devono valere solo per poche attività dell’uomo (apiari, pollai e qualche stazzo nei pressi dei paesi, dove i danni sarebbero eccessivi e di grande impatto negativo). Per non dire degli altri provvedimenti volti ad impedire alla gente di lasciare scarti alimentari nei pressi dei paesi o in “prossimità di luoghi frequentati dagli orsi” (operazioni che in passato faceva lo stesso Parco, peraltro - ed anche gli studiosi per favorire le catture -, e solo in parte criticabili, ovvero nel metodo con cui furono fatte). Non è con provvedimenti che risultano vessatori per la popolazione locale che si risolvono problemi di cui esse non sono responsabili!
Ovviamente, nessuna spiegazione è stata data sul perché questi “orsi confidenti” sono apparsi solo negli anni delle ricerche e dei radiocollari: si potrà mai risolvere un problema se non si va alla fonte dello stesso?  Si è letto che “Nel PNALM gli orsi possono diventare confidenti perché i paesi sono piccoli e senza soluzione di continuità con zone selvagge del parco e per questo facilmente raggiungibili dagli orsi che vi trovano risorse alimentari con poco sforzo”. Vero, ma ciò era anche vero decine e decine di anni fa, quando di orsi confidenti nessuno ha (o aveva) mai sentito parlare. Che questi orsi siano divenuti così particolarmente intelligenti solo negli ultimi anni? Che sia parte del processo evoluzionistico darwiniano? Questa sì che sarebbe una grande scoperta per la scienza! Ma certo, un po’ tardoni questi orsi marsicani!
Anche spiegare alla gente come comportarsi di fronte agli “orsi confidenti” (come si sta facendo) è certamente importante. Ma molto più importante sarebbe spiegare alla gente d’Abruzzo come mai questi orsi sono improvvisamente divenuti confidenti visto che non lo sono mai stati neppure quando su queste montagne si aggiravano oltre un centinaio di orsi e centinaia di migliaia di pecore con i pastori al seguito!
                Intanto, notizia poco diffusa sui media, un altro orso è morto, trovato sul versante frusinate, probabilmente di morte naturale (o, almeno , non se ne conosce la causa). Un orso morto da aggiungere la lista di quelli persi, sperando intanto che si allunghi invece la lista di quelli vivi. Altrimenti, a cosa sarebbero serviti i tanti conteggi degli scorsi anni (a parte far sentire utili e divertire gli osservatori)? E’ vero, oggi con così pochi orsi, è divenuto di estrema importanza impedire che non ne vengano più uccisi altri, per dolo o per caso o per incidenti. Ma non provvedendo con forti azioni a che gli orsi possano restare nell’ambito dell’area protetta non farà certo ridurre questa probabilità. Quindi, mentre i soldi per i recinti che faranno allontanare gli orsi si trovano, i soldi per i “Recinti Finamore” che li manterrebbero nel Parco, NO. Questo è l’assurdo!
Certo, è anche importante non dover pagare danni: ma senza i danni non vi sarebbero più orsi! A quando un poco di saggezza, un poco di buon senso e di senso pratico? E’ la scienza in grado di superare queste ovvietà?
                Parole al vento. Intanto per molti l’importante è che continuino le ricerche e che l’Europa continui a foraggiarle. Di questo passo, tra dieci anni il Parco d’Abruzzo rischia di festeggiare il 100° anniversario con la totale estinzione dell’orso marsicano, specie per la cui protezione fu istituito nel lontano 1923.

Murialdo, 7 Giugno 2012                                                                                   IL SEGRETARIO GENERALE
                                                                                                                                             F.to Franco Zunino

Commenti

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Le variazioni casuali in Darwin

Le variazioni casuali Le implicazioni metodologiche e filosofiche di un concetto centrale della teoria darwiniana* Saverio De Marco Introduzione Il concetto della variazione casuale è alla base dell’impianto teorico darwiniano sulla selezione naturale. In questa tesi vorrei descriverne la sua genesi e le sue implicazioni, avendo come riferimento l’opera più importante di Darwin, L’origine delle specie , rilevarne le critiche a cui fu sottoposta e mettendo in risalto il carattere di innovazione metodologica profonda. Consapevole di addentrarmi in un campo vasto e complesso, una parte di questo lavoro tenterà una breve rievocazione degli studi sulla genetica successivi a Darwin, che consentirono di scoprire le cause della variazione, problema che Darwin aveva lasciato insoluto. Fu però proprio l’ammissione dell’inconoscibilità delle cause che consentì a Darwin di superare gli ostacoli che si frapponevano alla sua teoria e che ne determinò il suo carattere “aperto” all

La Gioconda: il Pollino ai tempi della speculazione edilizia - di Domenico Cerchiara

ruspa al lavoro nei pressi della Fagosa - foto di D. Cerchiara Sono lieto di proporre all’attenzione dei lettori una testimonianza dell’amico Domenico Cerchiara  ex sindaco di San Lorenzo Bellizzi e uno dei primi promotori della protezione ambientale nel Pollino. Negli anni Settanta Domenico si oppose ai tentativi di speculazione edilizia della “Gioconda”, una società immobiliare che avrebbe voluto riempire il Pollino di strade asfaltate, villette e ristoranti in luoghi ricadenti in quelle che diventeranno le aree naturali più importanti del Parco Nazionale. Abbiamo chiesto a Domenico di illuminarci su queste vicende, dopo un’escursione da Fagosa a Casino Toscano, durante la quale chi scrive aveva incontrato vari fabbricati e baracche di cui si ignorava l’origine. Dobbiamo essere tutti grati a persone come Domenico Cerchiara e ad altri, che in quel periodo si opposero a questi avvoltoi (con rispetto per gli avvoltoi veri) senza scrupoli. E immagino che all'epoca, viste

Cartina della distribuzione del cinghiale in Italia

Fonte: Università di Teramo