Il sentiero con le vecchie traversine ferroviarie impregnate di olio di creosoto inserite come gradini sul sentiero per il monte Coppolo. |
Qualche buontempone ha pensato di arricchire il patrimonio sentieristico del Parco del Pollino con una nuova particolare tipologia di sentiero, il “sentiero della traversina”. Incredibile ma vero, il sentiero 990 verso il monte Coppolo, quello che sale alla vetta dal grande Serbatoio dell’Acquedotto posto sul valico di fronte al Rifugio Monte Coppolo, ora si presenta come un’interminabile scalinata fatta di vecchie traversine ferroviarie. Una scalinata che spezza le gambe, soprattutto in discesa, anche ai più allenati. Tutto il tracciato fino alla vetta era prima un normale bel sentiero di montagna comodamente percorribile anche da persone non particolarmente allenate. Ora invece possiamo ammirare la bellezza e l’unicità di questo nuovo straordinario “sentiero ferrovia” perfettamente integrato nell’ambiente boschivo ed emanante nelle calde giornate di sole un fragrante olezzo di olio di creosoto, suggestivo ricordo delle stazioni ferroviarie di quando eravamo piccoli.
Meraviglie del Parco del Pollino: la torretta panoramica in legno che “innalza” gli osservatori di tre metri sul già più che sufficiente terrazzo panoramico naturale… |
Per risolvere il problema degli escursionisti sporcaccioni, si è pensato poi di disporre lungo il sentiero decine e decine di costosi e raffinati cestini per rifiuti in acciaio zincato ricoperto di legno, con cestoni più grandi presso i tavoli da pic-nic nella parte iniziale e in quella più alta, quasi sulla vetta, in zona archeologica, in previsione di più consistenti apporti da abboffate domenicali. Naturalmente chi gestisce il tutto avrà sicuramente in servizio spazzini-sherpa muniti di capienti gerle per riportare a valle i rifiuti raccolti. Ma non basta, preoccupati di dare la massima visibilità al panorama circostante, si è anche pensato di agevolarne la visione con una splendida torretta panoramica in legno che “innalza” gli osservatori di tre metri sul già più che sufficiente terrazzo panoramico naturale… Viene proprio spontaneo chiedersi come sia mai stato possibile spendere tanti soldi per snaturare in questo modo un percorso splendido e ricco di fascino per la presenza del sito archeologico.
Ferrovia? No, sentiero! |
Avessero almeno speso in zona i soldi per tutto quel materiale (staccionate, panche, tavoli, cestini, cestoni coperchiati, tabelle, tabelloni, leggii, gazebi, torre panoramica…), si sarebbe data una boccata d’ossigeno all’economia locale: sul territorio ci sono ottime aziende di falegnameria. Invece no. Se vai a vedere le targhette, scopri che il tutto proviene dal ricco Alto Adige! Un’ultima considerazione: ma le traversine ferroviarie di legno in disuso, impregnate d’olio di creosoto e olii vari persi dalle parti meccaniche dei convogli, non sono considerate rifiuti speciali pericolosi? Ecco quanto si legge in proposito su due siti specializzati:
“Risulta opportuno suggerire a chi le possiede che precauzionalmente quelle traversine al creosoto devono essere eliminate e sostituite per il bene di chi le ha, perché, ovviamente, rappresentano una seria minaccia alla loro salute. Va anche ricordato che vi è un obbligo al loro smaltimento, peraltro, come rifiuti speciali pericolosi. Guai ad eliminarle bruciandole! Oltre a commettere gravissimo illecito, in tal modo si libererebbe tutta la tossicità che poi si disperderebbe nell’aria! Va ancora ricordato che trattandosi di rifiuti speciali pericolosi la normativa applicabile alla loro detenzione, trasporto e smaltimento è di carattere penale.”
(http://www.guardieperlambiente.it/index.php/ecoturismo/126-le-traversine-ferroviarie-sono-cancerogene)
Ricordiamo, in ultimo, come la Corte di Cassazione abbia in più occasioni affermato che “le traversine in legno impregnate di olio di creosoto dismesse dall’ente ferroviario vanno qualificate quale rifiuto pericoloso …” (ex multis Cassazione Penale, Sez. III, sentenza del 26 maggio 2004, n. 23988).
(http://www.dirittoambiente.net/base.php?a=rifiuti_domande&b=rifiuti&c=si&page=5&g=233)
Giorgio Braschi
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