La scrivente associazione ha appreso recentemente da alcuni appassionati naturalisti che conoscono bene le Murge di Sant’Oronzo (area frequentata dal Grifone e dal Capovaccaio) di alcuni lavori di “ripristino della sentieristica” (per la cifra di un milione di euro!) effettuati dall’Ente Parco dell’Appennino Lucano. Come si è avuto modo di vedere dalle foto diffuse su Facebook e in base alle testimonianze degli escursionisti che hanno fatto il sopralluogo, il fantomatico “ripristino” sarebbe stato fatto con le ruspe, ovvero creando ex novo delle strade. La zona, sempre secondo testimonianze attendibili di chi la conosce, era integra e selvaggia prima dei lavori. Per quanto riguarda il sentiero, non si ricorda di aver visto nessun accenno di percorso nemmeno rigorosamente a piedi sul versante violato. Chiedendo a fondo a vecchi pastori, l'unico sentiero percorso esclusivamente da animali da pascolo, é quello che partendo dall'altopiano, scende a lato della Tavolalella fino all'Agri.
Di regola come richiedono il buon senso e la tutela ambientale, “ripristino della sentieristica” significa risistemare i sentieri già esistenti, ovvero fare piccoli interventi di pulitura, con rimozione di rami secchi o pietre, taglio di rovi e apposizione di segnaletica ridotta al minimo indispensabile. Di norma, per i lavori di “ripristino della sentieristica” non servono ditte e ingegneri, basta usufruire delle competenze e del lavoro di guide preparate, operai forestali e associazioni locali di escursionismo.
Pare invece incredibile che un Ente preposto alla tutela ambientale abbia autorizzato uno scempio simile, che come rilevato anche da altre associazioni (leggasi questo intervento di Legambiente http://www.regione.basilicata.it/giunta/site/giunta/detail.jsp?otype=1012&id=3014078 ) è un'opera del tutto indifendibile. Un sentiero se c'è deve restare un sentiero, non può trasformarsi in una strada... Se il sentiero invece non esiste, a maggior ragione non è giustificato l'intervento della ruspa!
La domanda che sorge è sempre la stessa in questi casi: cosa stanno diventando i nostri parchi nazionali? I parchi erano nati con l'obiettivo di conservare la natura, per un turismo sostenibile... oggi sembrano diventati aree da "valorizzare" con strade, macroattrattori, polifunzionali e cattedrali nel deserto varie, per la gioia di ditte edili e progettisti. Questa è la triste realtà e spesso (purtroppo) è tutto legale....
L’unica cosa che ci auguriamo è che l’Ente Parco cerchi di rimediare a questo scempio in modo da ripristinare i luoghi il più fedelmente possibile allo stato originario, anche se ci si rende conto che dopo gli sbancamenti delle ruspe… nulla resta come prima.
Saverio De Marco
Delegato Regionale AIW
(Associazione Italiana Wilderness)
(foto di Luigi Apicella)
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