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Visualizzazione dei post da luglio, 2010

25 anni di wilderness

 Cade quest’anno il 25° anniversario della fondazione dell’AIW   Benché il movimento italiano per la Wilderness debba farsi risalire al 25 febbraio 1981, quando Franco Zunino diede inizio alla serie dei “Documenti Wilderness”, (iniziativa tra l’epistolare e l’editoriale, poi supportata da un “Comitato sostenitore dei Documenti Wilderness”) conclusasi col numero 54 del 15 maggio 1985, la vera fondazione dell’Associazione avvenne solo il 30 aprile 1985, quando 35 persone si riunirono ad Alberese, nel Parco Naturale della Maremma, dove sottoscrissero un atto di fondazione; documento poi legalizzato il 26 giugno con un rogito dell’allora Notaio Giovanni D’Antuono di Roccaraso (L’Aquila), sottoscritto da Giovanni Potena, Franco Zunino e Bruno La Pietra: attualmente, il primo Dirigente dell’Ufficio per la Biodiversità del CFS di Castel di Sangro (L’Aquila); il secondo Segretario Generale dell’AIW; ed il terzo, Assessore alla Cultura del Comune di Sora (Frosinone). Se merito

Parco del Pollino, la tutela non sia di facciata - comunicato congiunto delle associazioni

20 luglio 2010 La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista), Italia Nostra Gruppo Interregionale Parco Nazionale del Pollino, l’Associazione Italiana per la Wilderness (Pollino), il CoSa (Comitato Ambiente Salute Pollino), l’Associazione Ambientalista “Il Riccio” di Castrovillari e l’Associazione Pensieri Liberi Pollino denunciano come le numerose iniziative di apparente promozione del Parco Nazionale del Pollino, da parte dell’Ente Parco, con protocolli di intesa con altri Parchi italiani, estemporanee iniziative artistiche, improbabili gemellaggi con aree dell’emisfero australe, si scontrino con la realtà quotidiana che vede il Parco non adeguatamente tutelato dall’Ente che lo rappresenta, ma anzi aggredito con iniziative speculative che rischiano di stravolgere e compromettere irrimediabilmente le sue caratteristiche ambientali, non soltanto originali, ma del tutto uniche. Le nostre associazioni ed i movimenti vogliono ancora una volta evidenziare come il patrimonio forest

Il bivacco Pelino, il Cai e la lotta del movimento wilderness per l'integrità della Maiella

il bivacco Pelino, sulla cima del Monte Amaro: il geologo e alpinista Stefano Ardito lo definì un'opera "orrenda" - foto by Indio “Il fascino della Maiella sta proprio nel fatto di saperla così selvaggia e di difficile attraversamento; sta nel fatto di sapere fin dall’inizio che ogni escursione può trasformarsi in un’avventura, che ci sono dei rischi da affrontare: eliminiamo questo fascino mediante i supporti logistici (strade e rifugi e bivacchi) e avremo eliminato la Majella” (Franco Zunino, 1988) Le battaglie per salvare l’integrità naturale della montagna della Maiella hanno caratterizzato i primi passi del movimento wilderness e risalgono ai primi anni ‘80. Le lotte dell’allora neonato movimento sorto per iniziativa di Franco Zunino erano indirizzate contro l’assalto alla montagna di strade, rifugi, funivie, sciovie. Importanti furono i risultati raggiunti da quelle storiche battaglie conservazioniste, che si concretizzarono con l’istituzione delle prime ris

Quando il CAI combina i GUAI. Le mie osservazioni da turista

segnalazione del Cai su un bellissimo masso, verso il sentiero che sale a Forchetta di Maiella... sicuramente risale al passato.. ma perchè non lo tolgono? (tutte le foto by Indio ) Stavolta parlerò da turista, non da abitante del pollino. Dopo le ultime escursioni nella Maiella e nei Monti della Duchessa ho potuto osservare, da visitatore, alcuni elementi di degrado e superficialità sia nella segnaletica del Cai che in opere deturpanti come croci, rifugi e bivacchi. Interessante monitorare anche durante le visite agli altri parchi nazionali quelle brutture o semplici leggerezze che poi potrebbero anche ripetersi sul Pollino (che ne direste di un bel bivacco di ferro arrugginito sul Dolcedorme?) la cima del Monte Amaro è forse il luogo più brutto della Maiella, per come è stato deturpato. Prima viene il bruttissimo bivacco pelino, voluto dal CAI, che si presenta come un enorme igloo di ferro arrugginito (sorge accanto a dei ruderi di quello che probabilmente era il vecchio rifugio)

Parchi nazionali: si taglino pure i fondi

Non c’è associazione ambientalista che non abbia preso posizione contro il governo per i ventilati tagli del 50% al finanziamento dei Parchi Nazionali. L’AIW sta sul fronte opposto. Si taglino pure i fondi ai Parchi se veramente serve a far migliorare la situazione generale del nostro Paese: se sacrifici devono essere, allora tutti devono fare la loro parte, e non c’è ragione per cui dover escludere i Parchi Nazionali. Anche perché tagliare i fondi non vorrà dire abrogare i Parchi Nazionali, ma semplicemente mettere in condizioni i loro amministratori di gestire meglio le risorse finanziarie di cui dispongono e disporranno. Ci si batta per un taglio meno consistente, non per mantenere un privilegio su altre categorie magari ben più bisognose. Ciò soprattutto a fronte degli sperperi che la gestione dei Parchi Nazionali ha dimostrato, da nord a sud, nel passato ed anche oggi. Sperperi in quanto raramente si è trattato e si tratta di spese a favore