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Parco del Pollino, la tutela non sia di facciata - comunicato congiunto delle associazioni





20 luglio 2010

La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista), Italia Nostra Gruppo Interregionale Parco Nazionale del Pollino, l’Associazione Italiana per la Wilderness (Pollino), il CoSa (Comitato Ambiente Salute Pollino), l’Associazione Ambientalista “Il Riccio” di Castrovillari e l’Associazione Pensieri Liberi Pollino denunciano come le numerose iniziative di apparente promozione del Parco Nazionale del Pollino, da parte dell’Ente Parco, con protocolli di intesa con altri Parchi italiani, estemporanee iniziative artistiche, improbabili gemellaggi con aree dell’emisfero australe, si scontrino con la realtà quotidiana che vede il Parco non adeguatamente tutelato dall’Ente che lo rappresenta, ma anzi aggredito con iniziative speculative che rischiano di stravolgere e compromettere irrimediabilmente le sue caratteristiche ambientali, non soltanto originali, ma del tutto uniche.



Le nostre associazioni ed i movimenti vogliono ancora una volta evidenziare come il patrimonio forestale del Parco del Pollino, nonostante la presenza dell’Ente Parco, oltre che dagli incendi estivi venga minacciato dai cosiddetti tagli economici richiesti sia dai proprietari pubblici (Comuni) che da quelli privati.



All’incombente minaccia di trasformare gli alberi del Pollino in “biomassa vergine” da incenerire nella centrale Enel del Mercure, si affianca una recente politica di gestione forestale messa in atto da Comuni e Regioni, tesa a consentire tagli forestali in aree a forte vocazione naturalistica ed ambientale. È il caso ad esempio dei boschi delle Valli del Fiume Argentino e Lao, in Calabria, oppure dei boschi rientranti nel cosiddetto “cuore del parco” sul versante lucano.



Nonostante le continue sollecitazioni ad adottare una gestione forestale coerente con i principi istitutivi dell’Ente Parco, assistiamo purtroppo al rilascio di pareri autorizzativi, proprio da parte dell’Ente Parco, dati per Valutazioni d’Incidenza istruite dalla Regione Basilicata e relative a Piani Economici di Assestamento Forestale presentati negli ultimi mesi da Amministrazioni comunali e da privati, proprietari di grandi estensioni di territorio forestale all’interno del Parco.



Siamo perciò fortemente preoccupati della sorte di questi boschi che costituiscono habitat prioritari, SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone di Protezione Speciali) per lo più ricadenti in gran parte in zona 1 e vogliamo augurarci che l’Ente Parco davvero non consenta lo sfruttamento economico delle foreste del Pollino. C’è dunque bisogno che l’Ente Parco intraprenda azioni concrete per la salvaguardia dei boschi – e dei pini loricati che meriterebbero una sorveglianza continua – in assenza delle quali si rischia di fare solo operazioni “di facciata”. Le stesse modalità di accesso alla montagna devono essere finalmente disciplinate e controllate, per far sì che piste forestali e sentieri escursionistici rimangano tramiti attraverso cui conoscere e amare il Parco e non vengano trasformati in strumenti di aggressione.



Preoccupano, inoltre, sia la mancanza di interlocuzione con l’Ente Parco, a cui diamo, ancora una volta, immediata disponibilità per discutere di questi problemi, sia la mancanza di informazioni circa la richiesta, inoltrata all’Ente Parco nel febbraio scorso dalla Direzione Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente, su sollecitazione di Italia Nostra, di “fornire dettagliati elementi” proprio su queste importanti questioni. A ciò si aggiunga che da ben otto mesi siamo in attesa, assieme alle popolazioni della Valle del Mercure, della determina del direttore Formica relativa alla Delibera del Consiglio Direttiva dell’11 dicembre 2009, ove si chiede lo smantellamento della Centrale Enel del Mercure.



In attesa che i vertici del parco rispondano a queste nostre richieste e preoccupazioni, auspichiamo che il patrimonio forestale del Parco Nazionale del Pollino venga salvaguardato concretamente, ricorrendo, ove fosse necessario, all’acquisto e/o indennizzo per il mancato taglio previsto dalle leggi vigenti. Il silenzio degli organi del parco, in merito a quanto da noi evidenziato, significherebbe confermare un colpevole ed inaccettabile silenzio-assenso.

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