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Quando il CAI combina i GUAI. Le mie osservazioni da turista

segnalazione del Cai su un bellissimo masso, verso il sentiero che sale a Forchetta di Maiella... sicuramente risale al passato.. ma perchè non lo tolgono?
(tutte le foto by Indio )


Stavolta parlerò da turista, non da abitante del pollino. Dopo le ultime escursioni nella Maiella e nei Monti della Duchessa ho potuto osservare, da visitatore, alcuni elementi di degrado e superficialità sia nella segnaletica del Cai che in opere deturpanti come croci, rifugi e bivacchi. Interessante monitorare anche durante le visite agli altri parchi nazionali quelle brutture o semplici leggerezze che poi potrebbero anche ripetersi sul Pollino (che ne direste di un bel bivacco di ferro arrugginito sul Dolcedorme?) la cima del Monte Amaro è forse il luogo più brutto della Maiella, per come è stato deturpato. Prima viene il bruttissimo bivacco pelino, voluto dal CAI, che si presenta come un enorme igloo di ferro arrugginito (sorge accanto a dei ruderi di quello che probabilmente era il vecchio rifugio). Pensate che il bivacco Pelino prende il nome da un imprenditore di confetti di Sulmona e anche presidente del Cai, che volle a tutti i costi il bivacco sulla cima, come monumento a suo nome!!! Meditate su quanto diceva il Vangelo: "non accumulate tesori in terra, dove tignola e ruggine li corrodono, accumulate tesori in cielo!". Oggi esistono sacchi a pelo ultraleggeri e caldissimi e tende supertecnologiche. Non è meglio sulla Maiella scegliersi un posto riparato da vento e piantare la tenda? Poi c'è Grotta Canosa, che potrebbe ben fungere da riparo. Ma andiamo avanti.Una grossa traversa di ferro segnala la cima (il mucchietto di sassi non bastava?); poco più sotto è stata installata invece una enorme croce di ferro, quasi a volere esorcizzare un’infantile paura dei luoghi selvaggi, affinchè il dio cattolico ci protegga e vegli su di noi anche su queste aspre montagne; e poi una grande targa di ferro che ricorda con frasi del tutto gratuite che bisogna rispettare e amare la montagna (meno male!); e altra ferraglia di cui non ho capito la funzione. Un posto bellissimo, la cima, deturpato da quella mentalità di conquista e addomesticamento a fini turistico-sportivi della montagna che purtroppo ha caratterizzato (e caratterizza), mi dispiace dirlo, le politiche di certe sezioni del Club Alpino Italiano. Non parliamo poi delle segnalazioni fatte male e inopportune lungo il sentiero (massi e pietre imbrattate da vernice giallo-rossa e inutilmente, visto che la traccia è ben visibile) o i "coni di cemento" portati fin quassù chissà quando e mai rimossi (su quell’altopiano desertico sembravano davvero i marziani di.. Fascisti su Marte!!!).  Sarebbe opportuno aprire un dibattito, in quella che risulta  l’associazione escursionistica più importante in Italia, sull’opportunità di considerare maggiormente il valore wilderness delle nostre montagne lasciandole libere dall’impatto di opere come strade, nuovi rifugi, funivie, ipersegnalazione e altra ferraglia. Se all'inefficienza degli enti dei parchi nazionali ci aggiungiamo anche le leggerezze delle associazioni escursionistiche allora le cose non andranno bene. .


cono di cemento per segnalazione...
"piripiripiri.." qui i coni di cemento sembrano i marziani di Fascisti su Marte, visto il paesaggio un po' marziano...
 "dove tignola e ruggine li corrodono"... una sinistra croce di ferro pitturata di rosso

il bivacco Pelino, prende il nome da un imprenditore di confetti di Sulmona, nonchè presidente del CAI
l'enorme e grottesca lapide sulla cima del Monte Amaro: "se siete arrivati qui, amate la montagna, quindi più che nei divieti confidiamo nella vostra educazione" si legge.
una enorme e inutile catena inchiodata alla roccia sui Monti della Duchessa, e un cartello con un numeretto, posta in uno dei puunti più belli del sentiero. il punto non è pericoloso e al limite si poteva mettere una corda... se poi vediamo pericoli ovunque o ce li inventiamo allora è un altro discorso...

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