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Ponti sul Fiume Argentino: lettera aperta del C.A.I. di Castrovillari




CLUB ALPINO ITALIANO SEZIONE DI CASTROVILLARI

 LETTERA APERTA

AL PRESIDENTE DELL’ENTE PARCO NAZIONALE DEL POLLINO ALL’ENTE PARCO NAZIONALE DEL POLLINO E P.C. AI COMPONENTI DEL CONSIGLIO DIRETTIVO AL DIRETTORE DELL’ENTE PARCO NAZIONALE DEL POLLINO ALLA STAMPA LOCALE
LORO SEDI

Il sindaco di Orsomarso mette la parola fine ai famigerati lavori di sentieristica sul fiume Argentino. Una ordinanza sindacale dello scorso 11 giugno ha chiuso l’accesso a tre degli otto ponti escursionistici e di conseguenza al sentiero realizzati da una società privata per conto dell’Ente Parco Nazionale del Pollino. Ma prima dell’ordinanza del sindaco di Orsomarso è intervenuto, come prevedibile, il generale inverno che con piogge abbondanti e a causa di lavori evidentemente mal progettati e malfatti (le spallette dei ponti non hanno fondazioni e sono appoggiate incredibilmente nell’alveo fluviale) ed eseguiti in posti sbagliati, ha fatto sì che il fiume si riappropriasse del suo spazio vitale.
A titolo informativo, e come si evince dalla relazione generale del 2008 allegata al progetto, riassumiamo in breve i costi di questo sentiero così come appaiono nelle tabelle di pagina 71 e seguenti.
Il Fiume Argentino è interessato da un sentiero escursionistico denominato “Sentiero 7 – Circuito Povera Mosca – Fiume Argentino” della lunghezza di 7018 metri, al quale si aggiunge una bretella di collegamento di altri 433 metri per un totale di 7451 metri. I lavori da realizzare su questo sentiero sono: 8 passerelle, due aree di sosta, muri in pietrame a secco, segnaletica verticale e orizzontale, gabbionate e una serie di palificate vive a parete doppia. Importo complessivo 246.038,97 euro.
Come dire che si sono spesi poco più di 33.000 euro al km. Il progetto sarebbe dovuto terminare entro dicembre 2010 ma i lavori ancora oggi non sono stati ultimati. Manca la segnaletica orizzontale sul sentiero e per giunta la targhetta posta in cima ai pali è incompleta nella dicitura e quindi non si evince chi è il titolare e responsabile della posa in opera del manufatto. Dopo aver constatato, purtroppo, l’enorme danno progettuale, ambientale ed economico, e ricordando che ciò che noi temevamo ed insieme alle altre associazioni ambientaliste avevamo più volte denunciato si è avverato, e anche molto prima di quando ci aspettassimo, veniamo alle nostre preoccupazioni.
• Quant’è il costo per le casse dello stato per ciò che è incredibilmente avvenuto?
• che fine farà, per quel che riguarda l’impatto ambientale, questa massa di calcestruzzo misto a ferro, e il legname dei ponti stessi a rischio di caduta con possibile interruzione del corso del fiume?
• chi ha il compito di provvedere a rendere agibile le passerelle?
• di chi sono le responsabilità sulla corretta esecuzione dei lavori?
2
• chi non ha vigilato sulla corretta esecuzione dei lavori?
• chi ha vistato il progetto non si è accorto che le spallette in cemento di appoggio dei ponti erano state previste dentro l’alveo fluviale e quindi fosse prevedibile che una piena potesse scardinare il basamento e portare via i manufatti?
• su questo sentiero -a tutt’oggi- ancora non vi è traccia di qualsiasi segnaletica orizzontale; quanto tempo bisognerà aspettare ancora?
• il sentiero, considerato che ora non lo è, sarà utilizzabile per la ormai imminente stagione estiva?
• seppur si interverrà per risanare il danno quanto costerà alla comunità il ripristino dello stesso?
• e ripristinando quelli fuori uso, gli altri 5 ponti, costruiti con la medesima tecnica, resisteranno alla prossimo piena?
Ma nell’affermare fortemente che a nessuno venga in mente di far passare questo disastro come determinato da eventi naturali eccezionali e irripetibili –così come è cattiva consuetudine fare in Italia per giustificare il fallimento umano e poiché una analisi attenta e preventiva della storia del fiume avrebbe scongiurato senz’altro l’accaduto- la domanda più importante e che necessita di una risposta immediata è: chi pagherà i danni per tutto quello che è successo? Noi siamo fiduciosi che, nell’attuale situazione dove è in via di affermazione -nel Paese Italia e in Calabria- una nuova gestione degli Enti improntata alla legalità, alla trasparenza e alla riduzione degli sprechi, l’Ente Parco sarà capace, questa volta, di individuare l’autore, gli autori di questo disastro progettuale, ambientale ed economico perpetrato ai danni di un habitat naturale di particolare pregio, di un intero territorio, di tutti gli appassionati di montagna e dell’Ente Parco stesso. Noi confidiamo molto, egregio Presidente, nelle Sua onestà intellettuale e nelle Sue capacità dirigenziali al fine di individuare coloro i quali hanno sbagliato, a porli di fronte alle loro responsabilità e a prendere le dirette e consequenziali decisioni. Se ciò non dovesse accadere, con grande dispiacere, saremo costretti, ancora una volta, a prendere atto che la tanto decantata nuova linea di gestione è lungi dall’arrivare in questo lembo di territorio del Pollino e che nulla è cambiato e mai cambierà. Di una cosa siamo però certi: ciò non ci farà mai abbassare la guardia sulla tutela e salvaguardia del Nostro patrimonio ambientale. 
Distinti saluti 
Castrovillari 27 giugno 2012 
Club Alpino Italiano - 
Sezione di Castrovillari Il Presidente (Prof. Eugenio Iannelli)






foto di C.A.I. Cstrovillari



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