Con lo sciogliersi della neve si vedono le macchie, recita un antico proverbio lucano. E in alta montagna, ai Piani di Pollino come alla Grande Porta (almeno parlo per quel che ho sinora visto io), è possibile vedere i risultati dei lavori di "ripristino" della sentieristica. La cosa che salta subito agli occhi sono lunghe fila di pietre, anche di grosse dimensioni, piantate a terra come massi totemici e geometricamente allineate. Il tutto ricorda... le mitiche Linee Nazca del deserto del Perù. Dov'è il problema? Intanto, nelle praterie d'alta quota, come appunto sono i Piani di Pollino, queste linee artificiali sono visibili da molti chilometri e l'allineamento non fa che alterare visivamente, in certi punti, lo scenario dell'area naturalisticamente più integra del Massiccio del Pollino (sì, esiste anche l'inquinamento visivo, ricordiamolo). Il risultato è una sorta di banalizzazione di quell'ambiente maestoso e selvaggio a cui siamo abituati (ma ribadisco, non ho pretese di obiettività... di questi tempi molte cose che si davano per scontate non sono più tali). Ciò non significa che non debbano esserci sentieri, ma che un sentiero non possa essere concepito come la strada di un gigantesco Pollicino, che lasci massi per indicare la via ai poveri turisti, sempre in pericolo di perdersi nella wilderness dell'Alaska-Pollino. Un sentiero è una traccia di calpestio, sentieri esistono anche in natura, creati dagli animali selvatici; ciò non vuol dire che un sentiero non possa essere segnalato con mucchietti di sassi, bandierine C.A.I. e anche qualche pietra spostata o allineata, ma l'opera dev'essere sempre in armonia con lo scenario naturale circostante. Abbiamo già l'esempio dei sentieri realizzati dai nostri avi, pastori e mulattieri, che si inserivano perfettamente nel paesaggio. Ovvero, gran parte dei sentieri già esistono e non si dovrebbe fare altro che un'opera costante di manutenzione, rendendoli così fruibili in maniera naturale all'escursionista. Inoltre, in alcune grandi aree aperte come i Piani di Pollino l'escursionista non ha bisogno certo di viali di pietre: dove deve andare lo può vedere bene, a meno che non sia patologicamente idiota. Si dirà che ci sono problemi di calpestio... be', bisognerebbe vietare anche il pascolo ai Piani allora, visto che centinaia di cavalli e mucche pesano molto di più di uno/a snello/a escursionista . Del resto, anche le tabelle che a breve saranno messe sui pali piantati all'imbocco degli snodi principali rassicureranno l'ignaro turista sulla direzione da prendere. La segnaletica è importante, ma va ridotta al minimo: non si può pretendere di banalizzare e addomesticare la nostra montagna come se fosse un parco urbano. Chi non ha un minimo di esperienza escursionistica, paghi e scelga una guida per visitare la montagna in tutta sicurezza...
Piccola nota autobiografica: io ho visitato anche altri parchi nazionali, ma non ho mai visto cordonate di pietra allineate con la lenza per indicare un sentiero....
Indio, un escursonista
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiElimina