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Orso marsicano e Patom: ascoltare la voce della comunità locale





COMUNICATO STAMPA

Orso bruno marsicano: mettere all'opera il PATOM!

Lo hanno creato ben sei anni fa. Sembrava la soluzione di tutti i problemi che ruotano attorno all'Orso bruno marsicano. E' stata invece la solita uscita all'italiana di fronte ai problemi: stampare un libro, fare una conferenza, istituire un commissione (magari d'inchiesta!), creare un struttura. Scegliete voi. Di fronte ad ogni problema questa è sempre stata la via d'uscita del popolo d'Italia e, specialmente, dei politici e delle autorità che lo governano.
Nonostante questo, l'idea del PATOM, partorito in uno dei tanti (troppi!) momenti tragici della storia dell'Orso bruno marsicano, il solito evento che ha smosso la coscienza degli italiani e che ha fatto riempire pagine di giornali ed annunci radio-televisivi: l'avvelenamento di tre orsi, mamma e figli (ma allora qualcuno scrisse anche 5: la cosa non fu mai veramente chiarita, almeno all'opinione pubblica), non fu una cattiva idea. L'unico errore è forse stato quello di inserire in quest'organismo troppe sigle e quindi troppe persone (un altro modo che in Italia abbiamo per accontentare tutti e per non far funzionare le cose!), sempre per voler essere più democratici dei veri paesi democratici e sempre terrorizzati dal fatto che poche persone potrebbero creare una dittatura (che poi regolarmente non arriva mai!). Ma intanto, a causa di queste mega concertazioni si finisce per non concertare nulla! Ecco, il PATOM è infatti rimasto lettera morta: non si capisci neppure chi comandi!
Certo, bastava dare ascolto, non diciamo tanto a chi da anni grida nel deserto - un calarsi troppo le braghe per ammettere sconfitte inaccettabili - ma almeno a qualche pastore, a qualche contadino (o ex tale, ormai) a qualche guardiaparco (o ex guardiaparco, fa lo stesso), questo si, e qualcosa per l'orso si sarebbe fatto.
Invece siamo rimasti tutti in attesa che l'elefantiaco PATOM si decidesse di muovere i primi passi.
Ecco, oggi, il solito non esperto, non "scienziato", ha infine parlato, se non altro da un pulpito autorevole, e come un pastore, un contadino o un ex guardiaparco ha infine detto anche lui che il re è nudo: il Presidente della Comunità del Parco Nazionale d'Abruzzo e Sindaco di uno dei paesi del Parco, Alberto D'Orazio.
E cosa ha detto? Ha detto che "il PATOM non può continuare a mantenere un impegno di facciata"; ha detto che "non ha prodotto alcun risultato di rilievo". Ha detto in pratica che il PATOM non si è mai mosso, che non ha finora fatto nulla, che non è servito a nulla e che forse sarebbe infine il caso di dargli una smossa e di farlo agire prima che sia troppo tardi (per l'orso).
E' un appello che avremmo preferito lo avessero lanciato gli autorevoli scienziati che da anni campano con ricerche, analisi, catture e radiocollari, o almeno le autorità del Parco, ma fa niente. Va bene così.
L'Associazione Italiana per la Wilderness ed il firmatario di questo comunicato plaudono a quest'uscita di D'Orazio, l'appoggiano e la fanno propria: che il PATOM si muova!
Non solo; ci appelliamo a tutto il mondo dell'ambientalismo, dai naturalisti ai cacciatori, affinché mettano da parte i loro interessi particolari e lodino anche loro, appoggino e facciano propria questa presa di posizione del Presidente della Comunità del Parco.
Visto che non si è fatto altro se non creare questo PATOM, almeno che il PATOM agisca. Poi magari ci scontreremo sulle cose fatte, non sulle proposte ed ipotesi di intervento lasciate sul un bel documento, mai applicate o, peggio, non rispettate quando sarebbe stato il caso di farlo.


Franco Zunino

Segretario Generale AIW
già studioso dell'Orso bruno marsicano 
da sempre interessato alla sua protezione

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