Non c’è pace per la
segnaletica escursionistica nel Parco del Pollino.
Di ritorno da una
nostra escursione ai Piani di Pollino abbiamo visto spuntare dalla neve a Colle
Impiso una nuova tabella. A prima vista abbiamo pensato ad un cartello abusivo
messo lì da chissà quale associazione o club per i propri soci o attivisti.
Guardando meglio è subito balzato agli occhi lo stemma dell’Ente Parco.
Infine, abbiamo
letto: “Itinerario di Particolare Valenza -COLLE IMPISO COLLE DEL MALEVENTO,
Difficoltà; “E” fino all’inizio di Canale Malevento, “EE” canale del Malevento,
Tempo: Andata 3h 50 min – Ritorno 3h 00 min”.
Tutto su fondo bianco
con scritte a vari caratteri e dimensioni, oltre che di colore verde, marrone e
nero. Non c’è che dire: se si tratta di una tabella carnevalesca l’obiettivo è
stato centrato in pieno; diversamente, se si tratta, come pensiamo, di
informazioni che si desiderano fornire all’escursionista, siamo completamente
fuoristrada.
Sicuramente in
primavera ne vedremo spuntare delle altre così come siamo certi che questa
segnaletica è stata posta in opera da una ditta che sta realizzando una parte,
la più rilevante e la più frequentata, della rete sentieristica in alta quota a
seguito della gara d’appalto che l’Ente Parco ha emanato qualche anno fa.
Un appalto
controverso, contro il quale si sono battuti in tanti ma senza esito.
“Lavori di ripristino
sentieristica preesistente di particolare valenza, compresi il recupero di
manufatti lungo i sentieri e servizi di montagna”. Recita il cartello posto a
Colle Impiso.
L’intervento è
finanziato con fondi del Piano Triennale Tutela dell’Ambiente 1994/96 della
regione Basilicata, per la modica cifra 637.057,21 euro per nemmeno cinquanta
chilometri di sentieri (circa 10.000 euro a km).
Per numerosi anni
questo progetto è rimasto nel chiuso dei cassetti del Parco. Con l’arrivo del
presidente Pappaterra, improvvisamente, è stato cantierizzato.
A nulla valsero le
considerazioni critiche che gli allora consulenti pro-tempore dell’Ente per la sentieristica,
le guide Emanuele Pisarra e Giorgio Braschi, mossero al progetto.
Vale la pena ricordarne
alcune tratte dalla lettera Braschi-Pisarra: omissis … siamo di fronte ad un
progetto datato, vecchio ed inutile, non rispettoso della valenza ambientale
dei luoghi dove si intende intervenire, oltre che troppo costoso per unità di
lunghezza del sentiero (circa 10.000 euro/km, ben superiore di 9 volte la media
nazionale) scrivono le guide;
e ancora, … a tutto
ciò si devono aggiungere una serie di oneri per l’alterazione del territorio in
seguito alla ultimazione dei lavori i cui segni rimarranno per sempre, ovvero
alla necessità ribadita dal Progettista di ripristinare l’accesso ai mezzi
meccanici (auto, pale meccaniche, camion etc.) nelle località di pregio
naturalistico (Serra di Crispo, Piano Jannace, Piano Gaudolino) su vecchie
piste forestali aperte alla fine degli anni ottanta per captare le Sorgenti … ;
e ancora, … negli
elaborati allegati al Progetto (relazione generale) non si fa menzione della
segnaletica predisposta dal Club Alpino Italiano e si inventa una nuova
tipologia personalizzata inesistente in nessun altra area protetta d’Italia e
del mondo.
Ovviamente i consigli
tecnici gratuiti non sono mai ben accettati.
Si ha l’impressione
(per non dire quasi la certezza) che siamo di fronte ad un Ente a compartimenti
stagni: nessuno conosce quello che fa l’ufficio accanto.
Eppure la Regione Basilicata
aveva incaricato la Sezione
di Potenza del Club Alpino Italiano -ancora una volta il CAI- di realizzare un
CATASTO DEI SENTIERI della Regione Basilicata ed un MANUALE per la individuazione di nuove tracce, la manutenzione e le
norme per la concessione di numero e codice sentiero.
Da questo lavoro è
scaturito successivamente un quaderno contenente le NORME PER LA
PROGRAMMAZIONE, LO SVILUPPO E LA DISCIPLINA DELLA
VIABILITA' MINORE E DELLA SENTIERISTICA IN BASILICATA.
Non solo.
L’Ente Parco, nel
frattempo, attraverso i suoi consulenti incaricati di realizzare il CATASTO DEI
SENTIERI ha adottato un vademecum -proposto dagli stessi- dal titolo eloquente:
MANUALE PER LA SEGNALETICA DEGLI
ITINERARI ESCURSIONISTICI NEL PARCO NAZIONALE DEL POLLINO e datato ottobre
2009, quindi ben antecedente ai lavori realizzati.
Ovviamente non c’è traccia
dei “suggerimenti” contenuti in questo manuale né tantomeno di quelli contenuti
nel manuale della Regione Basilicata che
si richiama ad una legge del Consiglio Regionale. Secondo noi siamo di fronte
ad una palese violazione normativa e ad uno spreco evidente di denaro pubblico
in quanto i consulenti sono stati pagati inutilmente se i suggerimenti e gli
elaborati da loro forniti sono stati completamente ignorati e finiti
rigorosamente in uno dei tanti scaffali che fanno bella mostra di sé nei
corridoi del “Complesso Monumentale”.
A questi ultimi
episodi -non dimentichiamo cosa è successo ultimamente per la segnaletica nel territorio
montano di Mormanno- c’è da aggiungere anche un precedente progetto di
segnaletica di sentieri nel Parco realizzato dalla Comunità Montana Val
Sarmento con ancora un’altra tipologia di tabellonistica e segnaletica. Sembra
di essere di fronte ad un esercizio di “Battaglia Navale” quando si vedono
cartelli segnavia che portano sigla del tipo S5, A2 o S1.
E dire che il
presidente della Comunità Montana pro-tempore era la stessa persona che oggi
siede sulla poltrona di Direttore del Parco e che il 26 maggio 1997 firmò -con
tutto il Direttivo del Parco- la delibera n. 121 con la quale si adottava la
segnaletica del Club Alpino Italiano come ufficiale per tutti i sentieri del Parco
del Pollino.
Altri tempi. O sempre
gli stessi? Ogni ente, in spregio a qualsiasi forma di omogeneità e senza
valutare l’impatto negativo sugli appassionati di montagna, agisce come crede.
Leggi, consigli,
suggerimenti, opportunità fornite ben prima della posa in opera di questi
inutili, ridicoli, fuorvianti e costosi cartelli che contribuiscono a creare
ulteriore confusione e disorientamento ed allontanano i pochi timorosi
escursionisti che vogliono intraprendere una escursione nel nostro Parco senza
l’aiuto delle Guide.
A noi del Club Alpino
Italiano dispiace il modo, il metodo, l’arroganza di quanti si improvvisano
progettisti di reti sentieristiche, intercettano fondi pubblici e amano pianificare
tutto a tavolino senza aver mai calzato un paio di scarponi, senza mai aver
ascoltato chi in montagna va tutti i giorni per passione e non per interesse e senza
mai aver visto o camminato un solo chilometro degli oltre centomila che fanno
parte della RETE SENTIERISTICA curata dal nostro Sodalizio in tutta Italia.
Per questo e per
tanti altri motivi, sommessamente, ci permettiamo di suggerire al Presidente
Pappaterra che questa e le altre tipologie di cartellonistica oggi esistenti
nel Parco vengano riviste e siano uniformate a quella che egli stesso e i suoi
uffici tecnici hanno riconosciuto come valida avendola adottata sia con la delibera
del 1997 sia con il progetto dei “Sentieri Prioritari e Preliminari” del 2009.
Se ciò non dovesse succedere chiederemo alla Sede Centrale del CAI che venga
revocato l’Accordo Quadro firmato lo scorso 11 novembre a Castrovillari tra il
Presidente Generale del Club Alpino Italiano e l’Ente Parco del Pollino in
quanto non ha più nessuna ragione di esistere essendo stato disatteso e violato
in tutto il suo spirito.
Eugenio Iannelli
Presidente CAI
Castrovillari
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