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Sulla Centrale del Mercure e le ultime vicende

COMUNICATO STAMPA

Un altro passo, importante, è stato fatto per l’affermazione dei diritti e degli interessi delle popolazioni della Valle del Mercure. Il direttore del Parco, Formica, ha finalmente “partorito” il provvedimento di opposizione al predatorio progetto dell’Enel. Tardi, tardissimo, ma meglio tardi che mai. Provvedimento che giunge alla fine di una due giorni travagliata e agitata, attorno alla contestata assemblea della Comunità del Parco. Tanto ci sarebbe da dire ma una telegrafica sintesi si impone. In troppi continuano a dimenticare che a bocciare irrimediabilmente l’Enel e il suo progetto è stato, prima di ogni altro, il massimo organo della Magistratura amministrativa del nostro Paese- il Consiglio di Stato. Si speculi pure, poi, sulle polemiche nate attorno alla centrale, ma queste polemiche non sono mai state circoscritte agli ambientalisti e all’Enel, essendo, invece tra interessi privati fortemente contrapposti a quelli delle popolazioni del Parco ed in particolare di Rotonda e Viggianello, perfettamente e coraggiosamente rappresentate dai loro Sindaci. Qualcuno spieghi , inoltre, il motivo di tanto livore verso i cosiddetti ambientalisti, che non risulta abbiano cariche di governo del territorio, nè potere decisionale autonomo. Forse che attaccando altri si cerca di nascondere incapacità proprie nel governo, appunto, e nella programmazione dello sviluppo del territorio? La conclusione dell’Assemblea della Comunità del Parco, andata deserta per mancanza del numero legale, con l’assenza pressoché completa dei Sindaci lucani -a cui si è associato lodevolmente lo stesso Presidente Berardone- e la grande maggioranza di quelli calabresi, è anch’essa frutto di oscure trame ambientaliste o non segnala invece un disagio grave all’interno dell’Ente Parco? Una incapacità di capire, dare voce, tenere insieme i rappresentanti della gente che vive nel Parco e che di Parco vorrebbe meglio vivere? Gli assenti non possono, con la loro assenza, aver voluto sottolineare la voglia di ritornare a parlare con la gente dei territori, di rappresentarne le reali esigenze e i sacrosanti diritti e di non “appaltare” a poteri esterni, estranei e lontani decisioni da cui dipende la qualità della vita e il futuro della nostra terra? Si chiamino Clini o in altro modo, si tratti di poteri economici, politico-clientelari o di semplice vocazione alla sudditanza, poco importa; siamo forse ad un punto di svolta che potrà avere ricadute tanto importanti quanto imprevedibili per il progresso –quello vero!- del nostro territorio. La vicenda del Mercure forse non è ancora conclusa, ma è certo sulla buona strada, ma già da ora, grazie a una vertenza durissima che si è, però, anche rivelata una formidabile palestra di democrazia partecipata e di crescita sociale, il futuro della Valle del Mercure appare molto meno cupo.

7 novembre 2012

Forum “Stefano Gioia”,
delle Associazioni e Comitati calabresi e lucani per la tutela della legalità e del territorio

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