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Quando nel Parco tutto è possibile, anche fare a pezzi un pino loricato con la motosega...



Si apprende con sconcerto dall’articolo pubblicato su ambreport.it (http://www.abmreport.it/news/14074-pino-loricato-caduto-per-cause-naturali-ora-%C3%A8-oggetto-di-ricerca.html) e dal comunicato del Parco, che il taglio del pino loricato secolare abbattuto dalle intemperie sia stato autorizzato nientemeno dall’Ente Parco, “nell’ambito del progetto di Dendrocronologia che il Parco Nazionale del Pollino, attraverso il settore della Biodiversità, sta conducendo da circa un anno in collaborazione con il Dipartimento dell'Università della Tuscia ed il progetto Dafne” come dichiara nell’articolo citato il funzionario Schettino.
“Molto rumore per nulla” quindi? Mi pare quantomeno superficiale trattare l’argomento con questi toni. Prima di tutto dovrebbe essere l'Ente Parco ad informare di certe (discutibili) iniziative, anche perché tra gli obiettivi della legge quadro dei parchi c'è anche la divulgazione scientifica ed ambientale. Se un escursionista trova un pino loricato fatto a pezzi è normale che pensi al peggio, si allarmi e si informi. Bisognerebbe invece ringraziarli gli escursionisti, le guide e gli ambientalisti, perché evidentemente si preoccupano dell’integrità naturale del territorio che frequentano. Se sulla rete sono apparsi tanti commenti sdegnati, vuol dire che quel pino ha urtato la sensibilità di tante persone, a prescindere dai motivi del taglio! E infatti vengo subito al dunque. Se è stato autorizzato un taglio del genere il fatto è a mio parere ancora più grave! Vorrebbe dire che in nome della ricerca si possono compiere scempi inauditi, senza nessuna sensibilità per la bellezza e la monumentalità degli esemplari secchi o abbattuti dalle intemperie. Qui nessuno vuole essere un integralista, ma davo ormai per scontato che i pini loricati secchi o abbattuti dai fulmini fossero altrettanto meritevoli di tutela. Invece apprendo - con meraviglia - le seguenti dichiarazioni del funzionario dell’Ente: “l'albero era già caduto in terra quando è diventato oggetto di studi di una ricerca che prende in esame solo alberi morti a terra e non prevede il taglio di nessuna pianta ancora in vita. Indagine e progetto che continuerà anche nel prossimo anno ma che al momento registra nell'esemplare che ha fatto il giro dei social network come esemplare più longevo d'Europa tra quelli ritrovati a terra. Un caso della natura rarissimo”. Appunto perché era un caso rarissimo l’albero andava lasciato a terra intero, non fatto a pezzi per ricavarne qualche rondella da esporre nella sede del Parco! O quantomeno si poteva prelevare una sola rondella (ma non sarei stato comunque d’accordo in questo caso) senza fare a pezzi l’intero albero! Quantomeno bisognerebbe fare in modo che la ricerca faccia i prelievi nel modo più delicato possibile e sia disposta a rinunciare non appena l’obiettivo si riveli deturpante per la natura e il paesaggio. E’ come se per mostrare un pezzo di marmo facessimo a pezzi la Pietà di Michelangelo! Aggiungo che da comune mortale vorrei anche sapere in cosa consista questa ricerca e che utilità abbia... visto che dalle risposte del Parco non è chiaro. Nessuno ce l’ha con la ricerca scientifica, ma anche la ricerca è un potenziale fattore di impatto ambientale, se tratta gli alberi secolari come semplici “oggetti da sezionare” e non come monumenti che oltre al valore della biodiversità, hanno un “valore in sé”, ovvero anche per i sentimenti che suscitano nell’animo di chi li ammira.
Scrive inoltre l’Ente Parco nel suo comunicato: “ovviamente le altre parti dell’albero sono state lasciate in natura per seguire il loro destino e continuare a svolgere la loro funzione, ovvero garantire la vita di molte specie animali.” Le parti son state lasciate in natura e non sarà sicuramente uno spettacolo edificante per i visitatori dell’area protetta vedere un albero ridotto in quel modo, con pezzi sparpagliati dappertutto. Non mi piacciono le polemiche gratuite, ma mi sento di concludere che, anche se autorizzata, questa azione è un vero e proprio “atto vandalico istituzionale”, irrispettosa verso il simbolo stesso del Parco e diseducativa: la gente che vede queste cose potrà pensare che sia normale trattare così un albero secolare abbattuto dalle intemperie, solo perché non più vivo e vegeto. Alla faccia della tanto declamata “educazione ambientale”!

Dott. Saverio De Marco

Vicepresidente Associazione Italiana Wilderness
Guida Ambientale Escursionistica (coord. Basilicata)
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Articolo  del 2 dicembre 2014, quando ancora non si sapeva che il taglio fosse stato autorizzato


Un nuovo e recente fatto gravissimo si è verificato nelle ultime settimane nel cuore del Parco. Su Facebook è apparsa una foto nel gruppo A.S.D. GEO TREK scattata da alcuni escursonisti, dove si vede un pino loricato monumentale caduto a terra, letteralmente fatto a pezzi dalla motosega di ignoti vandali. (https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10204575250374045&set=gm.999301403419759&type=1&pnref=story). La località è sita ai Piani di Pollino a ridosso delle rocce del versante ovest di Serra delle Ciavole. Per chi scrive queste immagini sono ferite al cuore! Son già tanti i problemi che noi abitanti del Pollino abbiamo e dobbiamo sopportare anche gli attacchi alla nostra bellezza, che è l'unica cosa che ci è rimasta... E' inconcepibile che in piena zona protetta persone in fuoristrada possano circolare liberamente e andare fin lassù per segare in tutta tranquillità un pino loricato, monumentale e secolare, facendone legna per il caminetto! Da tempo la facilità con cui i Piani e i pini loricati sono raggiungibili in fuoristrada è diventata un problema, come è un problema l'assenza cronica di controlli in alta quota da parte di guardie forestali o volontari. Una delle soluzioni sarebbe chiudere e controllare gli accessi come Colle Impiso per fare in modo che solo il personale autorizzato possa percorrere in fuoristrada gli accessi ai Piani di Pollino. Dopo questo fatto si sono oltrepassati davvero i limiti (e di sicuro non aiuta la cattiva e diseducativa immagine di un Parco che trascura il patrimonio boschivo, autorizzando tagli di boschi comunali o ad oggi ancora privati). Il Parco ha bisogno di gestione, tutela e conservazione del patrimonio ambientale, non di convegni sullo "sviluppo" o infrastrutture niente affatto necessarie. Altrimenti gli stessi riconoscimenti come quello della Carta Europea del Turismo Sostenibile restano... carta straccia. Scopo prioritario di un Parco dovrebbe essere investire fondi, energie e competenze nella conservazione della wilderness del Pollino! Si allega la foto del folle gesto e si spera che l'Ente Parco prenda subito dei provvedimenti affinchè fatti del genere non si ripetano più...

Saverio De Marco (Indio)
Vicepresidente AIW 
 Guida Ambientale Escursionistica

Comunicato del Parco (dal sito ufficiale)

PARCO NAZIONALE DEL POLLINO: Pino loricato caduto per cause naturali
(infoParco) - ROTONDA (PZ) - L’Ente Parco Nazionale del Pollino precisa che l’esemplare di Pino loricato ritratto nelle numerose immagini che circolano in questo momento sui social media si è abbattuto per cause naturali in località Piani di Pollino tra il mese di Giugno e Luglio 2014, come confermato dalle condizioni dei resti del suo apparato radicale osservabili del resto anche nelle medesime immagini.
L...’Ente Parco, esclusivamente a seguito di questo raro ed infausto evento, ha deciso di utilizzare parte di questo tronco (una sua sezione trasversale) prelevata in presenza del CTA-CFS a scopi scientifici nell’ambito del progetto “Studi dendrocronologici sul Pino loricato” svolto in collaborazione con l’Università della Tuscia e finanziato dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito della Direttiva Biodiversità 2013.
Un’altra sezione sarà utilizzata a fini didattici nell’ambito dell’allestimento dell’Ecomuseo del Pollino attualmente in fase di realizzazione avanzata.
Ovviamente le altre parti dell’albero sono state lasciate in natura per seguire il loro destino e continuare a svolgere la loro funzione, ovvero garantire la vita di molte specie animali.

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