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Enel, lontre e centrali a biomassa

(Sintesi dell'articolo apparso su Apollinea di novembre-dicembre )

L’Enel, come si evince dal suo sito web, è una multinazionale da anni impegnata in progetti per la conservazione della biodiversità, con riferimento alla preoccupazione per le specie minacciate dall’ estinzione. Intanto la premessa è che Enel “considera la biodiversità un patrimonio universale e per questo si impegna a preservarla promuovendo progetti concreti sia in Italia che all'estero con il patrocinio del Ministero Italiano dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione per la Protezione della natura e in collaborazione con Legambiente, Lipu, Marevivo, gli Enti Locali e i parchi coinvolti”. Sul sito di Enel l’elenco dei progetti a favore della biodiversità è lungo. Intanto l’Enel, dato che sta finanziando, in Molise, un progetto volto al monitoraggio e salvaguardia dell’habitat della lontra, è cosciente (almeno a parole) che il rischio d’estinzione “è un fenomeno strettamente collegato all’azione dell’uomo che tende sempre più a dominare gli ecosistemi naturali assoggettandoli alle proprie esigenze agricole abitative e di spostamento”. L’impressione tuttavia è che l’Enel, in parole povere,  “predica bene e razzola male”. L’Enel si preoccupa delle lontre, ma nel Parco del Pollino vuole aprire una centrale a biomasse e CDR, sfruttando e inquinando le acque del fiume Mercure, che è proprio quel tipico ambiente fluviale che l’Enel dice di considerare importante per la tutela di questa specie. Visto che il Parco Nazionale del Pollino può vantare una formidabile biodiversità e visto che proprio il Pollino ha fatto da sfondo ad una delle vicende più contraddittorie delle politiche industriali dell’Enel (la tentata riapertura della centrale con riconversione a biomasse, a cui si sono opposti associazioni e comitati di cittadini) e, non da ultimo, visto che sul Pollino esiste la lontra e numerose altre specie a rischio d’estinzione: sorge il dubbio che i progetti sulla biodiversità dell’Enel rischino di apparire solo uno strumento di immagine per questa multinazionale, e di giustificazione “ideologica” delle sue politiche imprenditoriali. Già la relazione Rabitti-Casson (2006) sulla V.I.A. della centrale Enel aveva messo in rilievo, dati e normative vigenti alla mano, l’impatto negativo che l’utilizzo delle acque del Fiume Mercure avrebbe avuto sull’habitat di questo animale a rischio di estinzione. Nel corso degli ultimi dieci anni inoltre, diversi studi sono stati condotti sulla distribuzione della lontra nell’Italia meridionale. Nello studio condotto da Prigioni et al., (2005) si riporta la presenza di questa specie nel Parco Nazionale del Pollino. Per Rabitti-Casson: “la sicura presenza nel fiume Mercure – Lao della Lontra (specie protetta, che potrebbe essere minacciata dall’inquinamento termico derivante dagli scarichi della centrale [grassetto mio ndr]) fa scattare il meccanismo delle tutele specificatamente previste dalla normativa testè indicata. Ne consegue che il progetto in esame si scontra pure con le previsioni legislative derivanti dalla applicazione delle Direttive e delle Convenzioni internazionali suindicate”. L’Enel collabora con associazioni ambientaliste e istituzioni per la tutela delle specie protette, ma sembra ignorare il problema della conservazione dell’habitat di quelle stesse specie, che andrebbe preservato con rigide norme di tutela… non certo costruendo centrali a biomasse e inceneritori in una ZPS del Parco Nazionale del Pollino, e questo proprio nel 2010, anno internazionale della biodiversità…

Fonti:
• http://www.enel.it/it-IT/azienda/ambiente/biodiversita/lontra/
• Biodiversità. La difendiamo con l’energia, p. 21, http://www.enel.it/it- IT/doc/azienda/ambiente/Biodiversita_Ita_.pdf
• d.Prigioni, C. et al. 2005b.
Distribution and sprainting activity of the otter (Lutra lutra) in the Pollino National Park (southern Italy). Ethology Ecology & Evolution 17:171–180.



Saverio De Marco (Consigliere Nazionale AIW)

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