Egr. Sig. Braschi
Non avevo desiderio di intervenire sulla questione ma essendo
stati chiamati, nostro malgrado, in causa, e rispettando rigorosamente la
libertà di espressione altrui, dopo aver letto il suo scritto (pubblicato via
web), non posso esimermi dal fare alcune considerazioni, di carattere personale
e in qualità di Presidente del CAI Castrovillari, su quanto da Lei scritto.
Vado per ordine:
Scrive: ...... Li ritengo un po’ una profanazione all'integrità della montagna......" mi auguro che avrà pensato la medesima cosa quando ha contribuito, come Guida del Parco, socio CAI, dipendente della Ditta, collaboratore effettivo dell'Ente Parco, a comporre quelle squallide "linee natzca" (file di pietre che sono costati al contribuente circa 600,00 euro al metro lineare e di cui non vi era assoluta necessità) sui Piani di Pollino e oltre, o tracciare quelle lenzuolate di bandierine che portano a Piano Iannace, o a consentire che si indicassero i sentieri più frequentati del Parco con la scritta IPV (mai vista in nessun parco del mondo) e che nulla hanno a che vedere con una efficace e uniforme segnaletica di un parco;
e ancora ......... "a fermarsi un attimo a riflettere e pensare a quanto sia giusto, oggi, artificializzare con inutili e deturpanti strutture, anche se piccole, i più elevati ambienti, e più incontaminati, che ci riserva il nostro territorio (quindi più sacri e degni di rispetto)"....... mi auguro che avrà pensato la medesima cosa quando ha letto del Progetto Art Pollino di cui è sicuramente a conoscenza ed entusiasta sostenitore, come ha avuto modo più volte di dirci; mi auguro che avrà pensato la medesima cosa quando ha contribuito, come Guida del Parco, socio CAI, dipendente della ditta, collaboratore effettivo dell'Ente Parco allo scempio perpetrato nell’esecuzione di un progetto che ha visto la distruzione di un’area Wilderness di eccellenza nella valle del Fiume Argentino con la costruzione di sette ponti con spallette di cemento armato alte due metri per tre per favorire il "turismo di partecipazione" eufemismo per non parlare di turismo di massa;
Vado per ordine:
Scrive: ...... Li ritengo un po’ una profanazione all'integrità della montagna......" mi auguro che avrà pensato la medesima cosa quando ha contribuito, come Guida del Parco, socio CAI, dipendente della Ditta, collaboratore effettivo dell'Ente Parco, a comporre quelle squallide "linee natzca" (file di pietre che sono costati al contribuente circa 600,00 euro al metro lineare e di cui non vi era assoluta necessità) sui Piani di Pollino e oltre, o tracciare quelle lenzuolate di bandierine che portano a Piano Iannace, o a consentire che si indicassero i sentieri più frequentati del Parco con la scritta IPV (mai vista in nessun parco del mondo) e che nulla hanno a che vedere con una efficace e uniforme segnaletica di un parco;
e ancora ......... "a fermarsi un attimo a riflettere e pensare a quanto sia giusto, oggi, artificializzare con inutili e deturpanti strutture, anche se piccole, i più elevati ambienti, e più incontaminati, che ci riserva il nostro territorio (quindi più sacri e degni di rispetto)"....... mi auguro che avrà pensato la medesima cosa quando ha letto del Progetto Art Pollino di cui è sicuramente a conoscenza ed entusiasta sostenitore, come ha avuto modo più volte di dirci; mi auguro che avrà pensato la medesima cosa quando ha contribuito, come Guida del Parco, socio CAI, dipendente della ditta, collaboratore effettivo dell'Ente Parco allo scempio perpetrato nell’esecuzione di un progetto che ha visto la distruzione di un’area Wilderness di eccellenza nella valle del Fiume Argentino con la costruzione di sette ponti con spallette di cemento armato alte due metri per tre per favorire il "turismo di partecipazione" eufemismo per non parlare di turismo di massa;
Anche noi “riteniamo una profanazione all’integrità della
montagna” tutto ciò che con essa non si integra, anche noi “cerchiamo di trovare
la comunione con l'infinito, gli orizzonti, l'Assoluto espresso da una
Natura incontaminata”, ma non solo sulla vetta, come fa Lei, ma anche sui
piani, nelle vallate, sui cucuzzoli delle cime minori; e ci fa specie, ci
permetta, sentirlo da Lei che ha ampiamente contribuito alla realizzazione degli
scempi sopra riportati.
Restiamo altrettanto esterefatti e particolarmente dispiaciuti
per le offese e la mancanza di rispetto che Lei dimostra verso il CAI
Castrovillari "uno squallido bidoncino di metallo", riferendosi al libro di
vetta istallato dal CAI Castrovillari, e verso tutti gli appassionati di
montagna "un po' come lo schizzo di pipì che lasciano i cani per dire "qui sono
passato io".... dandogli ufficialmente e pubblicamente del cane, a tutti, dico
tutti, quegli amanti di montagna che, raggiungendo il Dolcedorme, sono stati
mossi dal desiderio di esprimere un loro libero pensiero sul luogo, sulla
sentieristica e sulla tipologia del visitatore.
In conclusione riteniamo che faccia sicuramente meno danni uno
“squallido bidoncino di metallo” sulla vetta del Dolcedorme o su altre cime, che
tra l’altro ha la semplice funzione di rilevazione dati e Le assicuro che in
dieci anni ne ha consegnati tanti, che percorrere i sentieri più
importanti e frequentati del parco e chiedersi in continuazione chi ha pensato e
realizzato quelle brutture che ora li attraversano.
La cosa più grave e che intendiamo sottolineare è che Lei
si è sentito in dovere di scrivere quello che ha scritto sui libri di vetta ma
si è guardato bene dall’ illuminarci con il suo pensiero (sia sulla stampa, sia
sul web) sugli argomenti di cui sopra e altri ancora (per esempio la concessione
dell'autorizzazione -da parte dell'Ente Parco- al taglio del bosco di
Serra del Prete, 34 ettari per il momento), anzi ha dato alle stampe uno
scritto, a difesa dell’Ente Parco e contro la Sezione di Castrovillari, rea di
averli denunciati.
Per concludere io/noi non crediamo di possedere la verità assoluta o sperare nella purificazione dell'anima attraverso le nostre azioni ma pensiamo che un minimo di coerenza nelle proprie azioni sia condizione sufficiente e necessaria prima di offendere e criticare l'operato altrui.
Distinti saluti
Eugenio Iannelli
Per concludere io/noi non crediamo di possedere la verità assoluta o sperare nella purificazione dell'anima attraverso le nostre azioni ma pensiamo che un minimo di coerenza nelle proprie azioni sia condizione sufficiente e necessaria prima di offendere e criticare l'operato altrui.
Distinti saluti
Eugenio Iannelli
Commenti
Posta un commento