COMUNICATO
STAMPA
Dopo l’interrogazione relativa al
mistero-amianto della centrale Enel della Valle del Mercure (su cui invano si continuano
ad attendere chiarimenti e risposte), i rappresentanti di SEL alla Camera dei
Deputati, Antonio Placido e Ferdinando Aiello, ritornano sulla vicenda della
centrale con una nuova interrogazione, questa volta indirizzata al Ministro
dell’Ambiente. Gli attenti Parlamentari, a ragione puntano il dito sul
Presidente del Parco, Domenico Pappaterra, che si è arrogato il diritto di favorire
l’Enel, disattendendo il mandato degli Organi di governo collegiale dell’Ente
–Consiglio Direttivo e, ancor più, Comunità del Parco-, che della centrale ne hanno
chiesto addirittura lo smantellamento. La grave responsabilità di accettare la richiesta
dell’Enel -di moratoria dell’azione legale amministrativa- sembra infatti
ricadere proprio sulle spalle del Presidente Pappaterra, così cauto
nell’assumere iniziative a favore delle popolazioni calabresi e lucane che vivono
nell’area protetta, ma così “dinamico” e spregiudicato nel favorire gli
interessi dell’Enel, anche se del tutto contrastanti con quelli della gente del
Parco. Ma lo scandalo della centrale del Mercure è solo un aspetto della
fallimentare gestione del territorio da parte dell’Ente di governo del Parco
Nazionale del Pollino che, anno dopo anno, continua a mostrarsi assolutamente
inadeguato. Incapace di affrontare i problemi atavici che impediscono lo
sviluppo ed il lancio di una delle aree protette più belle d’Italia, e non
solo. La gestione Pappaterra sarà anche supportata da qualche politico di
“peso”, ma non lo è dalla gente, dagli amministratori che hanno a cuore le
sorti delle popolazioni, dai fatti. L’incapacità di assumere una posizione
chiara e ferma sulla centrale del Mercure, si assomma alla incapacità di
affrontare e risolvere altri gravi problemi. L’emergenza cinghiali, ad esempio
– ormai diventata endemica pur essa- mentre, come ogni anno, nelle giornate più
calde, scoppiano i primi incendi, devastanti per il prezioso patrimonio
boschivo del Parco, che, per altro, qualcuno vedrebbe volentieri incenerito nella
megacentrale del Mercure. E continua, infine, un utilizzo – ma sarebbe forse
più esatto dire sperpero- di denaro
pubblico che ben diversamente richiederebbe di essere speso per permettere che
la miniera rappresentata dal territorio del Parco diventi finalmente fruttifera.
E’ da troppo tempo, infatti, che il Parco del Pollino continua a
caratterizzarsi con gestioni fallimentari e vincoli spesso incomprensibili per
le popolazioni, cui fa da contraltare la massima disponibilità verso chi il
Parco vuole solamente distruggerlo.
31 luglio 2013
Forum
“Stefano Gioia”
delle Associazioni e Comitati
calabresi e lucani
per la tutela della Legalità e del
Territorio
Atto
Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-01259
Interrogazione a risposta scritta 4-01259
presentato
da
PLACIDO
Antonio
testo
di
Venerdì
12 luglio 2013, seduta n. 52
PLACIDO e AIELLO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
il 25 settembre 2001 ENEL Produzione ha presentato un progetto di riattivazione, attraverso la riconversione a biomasse, di uno dei due gruppi della centrale termoelettrica del Mercure – risalente alla metà degli anni ’60 e ormai completamente inattiva da oltre 15 anni – sita nel territorio del comune di Laino Borgo (CS), all'interno di un'area doppiamente protetta a livello nazionale e comunitario (parco nazionale del Pollino e Zona di protezione speciale – ZPS – Pollino e Orsomarso – IT 9310903);
al progetto si oppone, con grande forza e determinazione, l'intera popolazione della Valle, nonché, anche con atti formali e iniziative legali adottati ad hoc, le amministrazioni delle comunità più a rischio e l'ente parco nazionale del Pollino, attraverso il consiglio direttivo, la comunità del Parco, oltre a istituzioni – tra cui la regione Basilicata e la provincia di Potenza – rappresentanti politici e amministratori di ogni appartenenza, associazioni e comitati locali e nazionali;
in particolare, iniziative di forte opposizione al progetto dell'Enel sono state adottate da parte della comunità del Parco, Organo collegiale di governo del territorio che comprende i presidenti delle regioni di Calabria e Basilicata, delle province e delle comunità montane nei cui territori sono ricomprese le aree del Parco, nonché, infine, ma certo non da ultimi, i sindaci dei 56 comuni – 32 calabresi e 24 lucani – del parco;
tra gli atti formali adottati dalla comunità del parco figurano l'atto deliberativo (n.9 del 10 dicembre 2009), in cui addirittura si chiede lo smantellamento della centrale del Mercure, attesa la sua assoluta incompatibilità con l'ambiente protetto del parco del Pollino e gli interessi e i diritti delle popolazioni che vi abitano;
tale posizione, fortemente critica circa la presenza stessa della centrale del Mercure nel parco nazionale del Pollino, è stata immediatamente recepita e fatta propria, con specifico atto deliberativo (n. 84), in data 11 dicembre 2009, dal consiglio direttivo dell'ente parco nazionale del Pollino;
il piano del parco adottato dall'ente, dopo un'attesa di oltre 15 anni dalla sua istituzione, dedica alla centrale del Mercure addirittura un intero paragrafo, ribadendone la inconciliabilità con l'area protetta e definendo norme, limiti e criteri per la produzione di energia elettrica con utilizzo di biomasse sul territorio del Parco, lontanissimi e incompatibili con le specifiche che caratterizzano il progetto dell'Enel;
tali posizioni e atti formali, tuttora pienamente vigenti, unitamente ad altri pareri pure espressi sulla vicenda – primo tra tutti quello dell'Avvocatura distrettuale dello Stato di Potenza – n. 27260 dell'8 ottobre 2009- hanno portato alla inevitabile assunzione, da parte dell'Ente Parco, di iniziative legali, autonome rispetto a quelle intraprese dai comuni di Viggianello (PZ) e Rotonda (PZ) e delle Associazioni ambientaliste nazionali – Italia Nostra, Forum Ambientalista, WWF – oppositive al progetto di riconversione e riapertura della centrale del Mercure;
le azioni legali, complessivamente ed autonomamente intraprese contro il progetto dell'Enel, hanno infine condotto alla sentenza 04400/2012 del Consiglio di Stato – depositata il 1o agosto 2012 – che, in pratica, lo boccia definitivamente;
la regione Calabria – dipartimento n. 5/attività produttive – settore politiche energetiche, con decreto n. 16459 del 19 novembre 2012 non tenendo praticamente in alcun conto il pronunciamento del Consiglio di Stato, ha, secondo l'interrogante incredibilmente, autorizzato la riattivazione della sezione 2 della centrale, attraverso l'utilizzo di atti nulli, senza attivare le procedure previste dalla vigente normativa e contro l'esplicito ed espresso parere dell'ente parco nazionale del Pollino, ente gestore del territorio su cui sorge la centrale;
avverso tale provvedimento sono state immediatamente varate ulteriori iniziative legali presso il tribunale amministrativo (TAR) di Catanzaro, competente per territorio, per ripristinare il principio di legalità e tutelare i legittimi interessi e i diritti delle popolazioni interessate, che hanno immediatamente dato luogo, da parte loro, a vibrate proteste e manifestazioni, a testimonianza ulteriore della delicatezza della vicenda e della unanime opposizione, popolare e istituzionale, ad uno sciagurato progetto che, se portato a compimento, li danneggerebbe irreparabilmente, oltre a devastare un'area protetta tra le più belle d'Italia;
nel periodo intercorso tra la prima e la seconda udienza – quest'ultima tenutasi il 21 giugno 2013 – l'Enel, in evidente difficoltà per l'andamento complessivo della vicenda, ha chiesto all'ente parco di concordare una moratoria del procedimento amministrativo, a fronte di impegni vaghi e generici, tra l'altro in evidente contrasto con gli obblighi imposti dalla sentenza del Consiglio di Stato;
identica iniziativa è stata proposta ai sindaci ricorrenti, mentre nessun contatto l'Enel ha ritenuto di avere con le Associazioni ambientaliste, pur esse promotrici di un autonomo procedimento amministrativo;
ovviamente, come pure era doveroso attendersi in relazione agli obblighi istituzionali nei confronti della tutela degli interessi e dei diritti delle popolazioni rappresentate, né il sindaco di Viggianello, né quello di Rotonda hanno inteso, attraverso il proprio legale, avallare in udienza la richiesta dell'Enel, e così pure uguale comportamento hanno tenuto i legali delle associazioni ambientaliste, seppur non preventivamente contattate;
l'ente parco del Pollino, certamente almeno attraverso il proprio presidente, faceva, ad avviso degli interroganti incredibilmente, sua la proposta dell'Enel, accordando la moratoria richiesta e influendo perciò, con ogni evidenza in maniera decisiva, sulla decisione dei giudici amministrativi che hanno rinviato a nuova data – precisamente al novembre 2013 – i tre distinti procedimenti, accorpandoli;
tale esito, mentre è perfettamente in linea con i desiderata e gli interessi dell'Enel, appare essere, invece, secondo gli interroganti, in palese contrasto con quelli del territorio e delle popolazioni residenti;-
quali iniziative urgenti il competente Ministro intenda adottare per:
a) poter conoscere chi abbia disposto e in seguito a quali considerazioni una linea di condotta che gli interroganti giudicano subalterna agli interessi dell'Enel e contraria a quelli della tutela dell'area protetta del parco nazionale del Pollino e delle popolazioni ivi residenti;
b) poter conoscere altresì se tale decisione abbia avuto il pieno e formale avallo, attraverso tutte le modalità istituzionali previste, degli organi consultivi e direttivi dell'Ente, in primo luogo della comunità del parco che garantisce la rappresentanza democratica della volontà popolare, nonché del consiglio direttivo;
c) nel caso in cui così non fosse, intervenire, in ossequio alla legge quadro che assegna al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare la vigilanza sulle aree protette, a fronte di decisioni non autorizzate dagli organi collegiali per gli opportuni provvedimenti di censura ed auspicabile rimozione dei responsabili di tali determinazioni, che risultano essere di offesa ai principi stessi di legalità e di tutela del territorio dell'area protetta del parco nazionale del Pollino, oltre che dei diritti e degli interessi delle popolazioni che lo abitano. (4-01259)
COMUNICATO STAMPA
Che fine ha fatto l’amianto del gruppo due della centrale Enel
della valle del Mercure–quello da riconvertire- che l’Enel ha dichiarato di
aver bonificato? Chi lo ha smaltito? E dove? Che consistenza hanno le voci
preoccupate che si rincorrono al riguardo? In che stato si trova l’altro
ingente quantitativo di amianto presente nel gruppo uno, che l’Enel stessa ha
affermato di non aver bonificato per convenienza economica?
Le domande sono sempre le stesse. E sono gli stessi anche i
parlamentari, gli onorevoli Antonio Placido e Ferdinando Aiello –di SEL-, che
hanno presentato in Parlamento una nuova interrogazione, questa volta al
Ministro della Salute, sui gravissimi rischi per i cittadini della valle del
Mercure, connessi alla massiccia presenza di amianto nella centrale. Perché
nessuno risponde? E’ del tutto inaccettabile che un problema così importante e
sentito in tutta Italia possa essere fatto passare sotto questo assordante
silenzio nella valle del Mercure. E il Sindaco di Laino Borgo -nel cui
territorio la centrale si trova-, primo tutore e responsabile della salute
pubblica, perché non unisce la sua, di voce, a quelle che chiedono risposte e,
soprattutto, garanzie per la salute dei cittadini?
E, dato che siamo in pieno Parco del Pollino, il Presidente
dello stesso, così attento alle esigenze dell’Enel -tanto da aver accolto di
gran carriera la richiesta di sospensione dell’udienza al TAR sulla centrale-
perché non prova a interrogarsi –e a interrogare gli amici dell’Enel- sui
diritti delle popolazioni del Parco e sui rischi che giornalmente esse corrono?
Domande ancora tutte senza risposte ma che non ci stancheremo mai di fare fino
a che anche questo aspetto di questa oscura e torbida vicenda venga chiarito. E
che chi eventualmente abbia sbagliato, paghi.
22 luglio 2013
FORUM “STEFANO GIOIA”
delle Associazioni e
Comitati calabresi e lucani
per la tutela della
Legalità e del Territorio.
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