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Ancora sulla sentieristica nel Pollino


Son passati circa tre anni dall'inizio dei lavori della sentieristica nel Parco Nazionale del Pollino. Chi scrive, aveva già avanzato delle critiche tempo fa. Cercherò di riprendere la questione mostrando lo stato attuale della situazione e i risultati dei lavori, senza volontà di polemica ma cercando di inquadrare semplicemente il problema, da escursionista appassionato del Pollino e da "conservazionista". Ho potuto fare dei sopralluoghi soprattutto nel versante lucano del Parco, escludendo i monti dell'Orsomarso e gran parte del versante calabro. Lasciamo perdere anche i ponti coi piloni di cemento sul fiume Argentino, che hanno scatenato le critiche di associazioni come Wilderness Italia e Italia Nostra... Restando sul Pollino, ciò che salta subito agli occhi all'escursionsita sono  i pali senza tabelle disseminati lungo i sentieri: uno spettacolo che dà l'idea dell'abbandono, di qualcosa di incompiuto,  e se i pali restano così a segnalare il nulla sono anche brutti da vedere. E sono anche invasivi dove le segnalazioni non dovrebbero comparire, come per esempio in alta quota, tra Pollino e Dolcedorme (Sella Dolcedorme). Ma la cosa che risalta di più sono le fila di pietra disseminate nei pianori del Pollino: Grande Porta, Piani di Pollino, Piano Ruggio, Piano di Acquafredda. Fila di massi  allineati con la lenza, invasive e inutili, anche perchè nelle zone dei pianori sono chiaramente visibili le mete escursionistiche: basta un ometto di sassi, al limite, per segnalare la direzione. Chi scrive le ha ribattezzate ironicamente le "Linee Nazca" e vi rimando al mio articolo, pubblicato anche su questo blog (http://pollinowild.blogspot.it/2012/06/la-sentieristica-e-le-linee-nazca.html ). Per la sentieristica il Parco ha speso quasi 640.000 euro (dato che si può leggere sul cartello, abbandonato ormai da anni, vicino alla capanna di lamiera del cantiere presso Colle Impiso): ci sono sentieri che stanno scomparendo e che potrebbero essere resi percorribili con un minimo di manutenzione annuale o anche biennale, mentre altrove appunto, abbiamo pali di castagno senza tabelle e fila di pietra alquanto inutili. Non si è provveduto nemmeno ad una cosa necessaria davvero per il visitatore, ovvero l'installazione di tabelle esplicative agli imbocchi principali dei sentieri, con tanto di cartina e descrizioni dell'area dal punto di vista ambientale, in località come Colle Impiso, Santuario della Madonna di Pollino, Acquatremola, Lago Duglia.
Se con tanti soldi stanziati i risultati son questi allora è meglio non fare proprio nulla... Non c'è segnaletica? Poco male... i visitatori poco esperti pagassero una guida per visitare in tutta tranquillità la montagna: ne trarrà giovamento l'economia turistica e la conservazione naturale dell'area. La mia esperienza di escursionista mi fa ritenere che segnaletica e manutenzione dei sentieri non possano essere concepite come una "Grande Opera" definitiva... In montagna c'è bisogno di una manutenzione costante, anno dopo anno, e che si basi su cose "terra terra", come ripulire i sentieri dai cespugli o dai rami di alberi che lo ingombrano, mettere qualche mucchietto di sassi o riaggiustare un ponticello o una fonte, allineare qualche  pietra nei boschi (non nei pianori),  mettere anche qualche bandierina bianco-rossa dove serve, come nel caso delle biforcazioni...  e il tutto dovrebbe sempre armonizzarsi con l'ambiente circostante. E bisognerebbe coinvolgere guide e volontari che hanno la passione dell'escursionsimo, non certo ditte edili e architetti...  Sulla questione sentieristica l'AIW è per la minore invasività possibile della segnaletica, a fronte di posizioni che sono invece a favore del massimo sviluppo dell'accessibilità in montagna grazie alla segnaletica... In questo caso, allo scopo di vedere la questione da un punto di vista diverso, concludo citando il parere non di un "ambientalista radicale", ma di una guida GAE, autore di libri diretti alla formazione professionale il quale, in un suo libro,  propone un compromesso accettabile tra le esigenze di fruizione, quelle della wilderness e quelle dell'economia da turismo escursionsitico: "... in merito ai vantaggi della segnaletica, non esistono posizioni univoche. Il mondo delle grandi associazioni lavora per segnalare al suolo e mantenere il maggiorn numero possibile di sentieri, nel nome del massimo sviluppo della pratica escursionsitica e della diffusione del mercato ecoturistico; per contro, non mancano posizioni - ancorchè minoritarie - che vedono nella segnaletica un disturbante impatto visivo, e un impatto ben più grave dato dalla penetrazione in aree di valore naturalistico di milioni di escursionsiti (...) Senza nessuna pretesa di ufficialità, e a titolo assolutamente personale, la mia è un'opinione intermedia, che non ho mancato di portare, con alterni successi, nella mia attività di consulente: in ogni territorio segnerei pochi sentieri, facili, e li terrei benissimo, per dare alle famiglie e alle persone la possibilità di avvicinarsi in sicurezza alla pratica dell'escursionismo, tralasciando il resto, rendendo disponibile un'ottima cartografia, riducendo così il carico turistico a persone esperte o accompagnate da una Guida. Una soluzione rispettosa dell'ambiente che restituirebbe il senso di wilderness a luoghi ora abusati, buona in termini di budget e di posti di lavoro e che consente tuttavia anche a persone meno esperte di poter praticare l'escursionismo senza ammazzarsi".  (Marco Fazion, Corso base di escursionismo, Quaderni dell'AIGAE, pag. 104-105).

Saverio De Marco (Vicepresidente Associazione Italiana Wilderness)

palo senza tabella alla fonte Pittacurc' - agosto 2013
Fila di pietre invasiva alla Grande Porta - agosto 213

palo senza tabella sommerso in inverno, prima della fonte Pittacurc' - febbraio 2013

fila di massi al Piano di Acquafredda, agosto 2013

palo di segnaletica crollato... Piano di Vaquarro - agosto 2013

cartello di cantiere abbandonato, presso Colle Impiso


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