Passa ai contenuti principali

Italia Nostra a congresso. la Relazione sul Pollino

 La relazione tenuta da Teresa Liguori all’Assemblea Nazionale di Italia Nostra, tenutasi di recente ad Ascoli Piceno che affronta problematiche connessa allo sfruttamento dei parchi ai fini economici, con particolare riferimento al Pollino ed alla Sila, interessate dallo sfruttamento del legname per le centrali a biomassa.
(di Teresa Liguori - Consigliere Nazionale di Italia Nostra)
La legge quadro 394 / 91, istitutiva dei Parchi nazionali,  tra le migliori in Europa in materia di conservazione e tutela della Biodiversità, non intende ingessare l’economia ma al contrario favorirla attraverso la tutela e la conservazione dei beni culturali ed ambientali e del Paesaggio montano. Grazie alla legge, i Parchi nazionali dovrebbero essere in grado di tutelare gli ecosistemi compresi nei propri confini producendo anche benefici per il territorio. Succede che, se le leggi di tutela non vengono adeguatamente rispettate nella prassi quotidiana, anche gli obiettivi di sviluppo economico sostenibile ben difficilmente verranno conseguiti. Infatti, se alla gestione corretta del Parco da parte di tutti i soggetti coinvolti si sostituisce un uso subdolo, improprio e distorto, delle risorse boschive,  si provocano, oltre alla distruzione del patrimonio naturalistico e del paesaggio, tra l’altro tutelati dalla Costituzione Italiana (art. 9), anche danni all’occupazione ed alle attività economiche (turismo ed ospitalità, agricoltura di qualità, prodotti tipici, raccolta frutti del bosco e sottobosco). 
[riporto la sola relazione sul Pollino - Indio]

PARCO  DEL POLLINO: a rischio di svendita e distruzione numerose aree boschive anche all’interno del Parco nazionale del Pollino per ricavare biomasse vegetali. Tale pericolo è stato sventato in parte solo grazie alle proteste di comitati civici sostenuti da ItaliaNostra e da altre associazioni. Sempre in un Comune nel Parco del Pollino [San Lorenzo Bellizzi ndr], Il patrimonio forestale insieme al suggestivo paesaggio rupestre è stato salvato grazie alla vittoria del NO al referendum popolare contro la cessione di 2.000 ettari di boschi ad una società privata in cambio di compenso economico da conferire nelle casse comunali. Questo è avvenuto anche in altri Comuni che gravitano nel territorio del Parco. Tutto ciò si verifica per la presenza,  all’interno dell’area protetta del parco nazionale del Pollino e della zona di protezione speciale (zps) Pollino e Orsomarso, della Centrale del Mercure di 35 MGW, (completamente chiusa dal 1997) per il cui funzionamento, (fortemente osteggiato dalle popolazioni locali, da associazioni e comitati calabresi e lucani che si sono costituiti recentemente in un Forum contro la riapertura della Centrale e chiedendone lo smantellamento), saranno infatti necessarie oltre 380 mila tonnellate all’anno di “biomasse vergini”. Una quantità enorme di legname che società “satelliti” di Enel intendono reperire dai boschi del Parco del Pollino, così come testimoniano le proposte di convenzioni per la gestione del patrimonio forestale fatte da diverse società private ai Comuni, così da    espropriarne la legittima  gestione. E’ indubbio che la messa in esercizio di una centrale industriale di tali dimensioni sarebbe assolutamente incompatibile con il delicato equilibrio ambientale dell’ecosistema montano in cui si trova.       Italia Nostra ed OLA,associazione ambientalista  lucana, coinvolgeranno sulla vicenda il Parlamento italiano e gli organi dell’Unione Europea, fortemente preoccupata per gli sviluppi dell’uso delle biomasse vegetali il cui sfruttamento, vedi la sua applicazione in alcuni Paesi dell’Est europeo, non contribuisce significativamente alla diminuzione dei gas serra in atmosfera ma aggrava, al contrario, la situazione ambientale. In conclusione, le Amministrazioni Comunali, in molti casi colpevolmente dimenticano che i boschi ricadenti all’interno del perimetro dei Parchi sono tutelati dalle leggi istitutive, che permettono alla biodiversità rara, molte volte endemica, di sopravvivere. Si tratta di foreste vive, anche se, per alcuni, sono solo volgare biomassa, o, se volete, per dirla con Gianluigi Ceruti, “parchi, oggetti di tutela, non di mercato” *. Infine,  una riflessione del nostro indimenticabile presidente Giorgio Bassani…..
“Il patrimonio culturale e naturale è un bene di cui la civiltà tecnologica e industriale, nella quale viviamo, non può fare a meno, se vuole continuare a esistere. La civiltà industriale ha mostrato di sapersi dare un’efficienza; adesso occorre che si dia una ‘religione’, che sappia cioè contraddire a tutto ciò che tende a trasformare l’uomo in puro consumatore. Il rapporto predatorio con la natura non è più possibile”. (Crotone, 22 Maggio 2010 – Teresa Liguori consigliere nazionale)

Commenti

Post popolari in questo blog

Le variazioni casuali in Darwin

Le variazioni casuali Le implicazioni metodologiche e filosofiche di un concetto centrale della teoria darwiniana* Saverio De Marco Introduzione Il concetto della variazione casuale è alla base dell’impianto teorico darwiniano sulla selezione naturale. In questa tesi vorrei descriverne la sua genesi e le sue implicazioni, avendo come riferimento l’opera più importante di Darwin, L’origine delle specie , rilevarne le critiche a cui fu sottoposta e mettendo in risalto il carattere di innovazione metodologica profonda. Consapevole di addentrarmi in un campo vasto e complesso, una parte di questo lavoro tenterà una breve rievocazione degli studi sulla genetica successivi a Darwin, che consentirono di scoprire le cause della variazione, problema che Darwin aveva lasciato insoluto. Fu però proprio l’ammissione dell’inconoscibilità delle cause che consentì a Darwin di superare gli ostacoli che si frapponevano alla sua teoria e che ne determinò il suo carattere “aperto” all

La Gioconda: il Pollino ai tempi della speculazione edilizia - di Domenico Cerchiara

ruspa al lavoro nei pressi della Fagosa - foto di D. Cerchiara Sono lieto di proporre all’attenzione dei lettori una testimonianza dell’amico Domenico Cerchiara  ex sindaco di San Lorenzo Bellizzi e uno dei primi promotori della protezione ambientale nel Pollino. Negli anni Settanta Domenico si oppose ai tentativi di speculazione edilizia della “Gioconda”, una società immobiliare che avrebbe voluto riempire il Pollino di strade asfaltate, villette e ristoranti in luoghi ricadenti in quelle che diventeranno le aree naturali più importanti del Parco Nazionale. Abbiamo chiesto a Domenico di illuminarci su queste vicende, dopo un’escursione da Fagosa a Casino Toscano, durante la quale chi scrive aveva incontrato vari fabbricati e baracche di cui si ignorava l’origine. Dobbiamo essere tutti grati a persone come Domenico Cerchiara e ad altri, che in quel periodo si opposero a questi avvoltoi (con rispetto per gli avvoltoi veri) senza scrupoli. E immagino che all'epoca, viste

FRANCO ZUNINO: IL JOHN MUIR ITALIANO!

FRANCO ZUNINO: IL JOHN MUIR ITALIANO! (Il più controverso ambientalista italiano) Tessera n. 276 del WWF Italia (rinnovata ogni anno dalla fondazione, forse, con Pratesi, il Socio più anziano!), il primo ad aver effettuato ricerche scientifiche sull’Orso Marsicano. Nei primi anni ’80 diffonde in Italia il wilderness concept e le sue implicazioni filosofiche e conservazionistiche, fondando nel 1985 l’Associazione italiana per la wilderness (AIW) di cui è tuttora Segretario Generale. Le sue posizioni su problematiche spinose, come la conservazione degli ultimi spazi naturali, il turismo nei parchi, le strategie di conservazione di specie vulnerabili, caccia, nucleare, hanno diviso e fatto discutere il mondo ambientalista e l’opinione pubblica. Una delle ultime esternazioni ha riguardato la sua posizione favorevole al contenimento anche “cruento” della crescita demografica del lupo, con l’apertura agli abbattimenti ragionati di esemplari problematici, come già realizzato in altri Paesi