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L'assalto delle multinazionali in Val d'Agri e il Parco di Carta

pozzo in pieno Parco: basta con le barzellette. che i parchi siano davvero tali e non baracconi frega-soldi senza garanzie per la salvaguardia ambientali! (Indio)




OLA, NO AL PARCO DI CARTA DELLA VAL D'AGRI

La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) - in occasione del
Workshop sulla biodiversità e risorse del Parco nazionale Appennino
Lucano Val d'Agri-Lagonegrese (programmato a Marsiconuovo il 29 e 30
ottobre prossimi), che vede tra i coordinatori della sessione centrale
del convegno Paola Pedroni, esponente di Eni spa - invita i
partecipanti al workshop, organizzato dall'Ente Parco, ad affrontare i
temi reali dell'impatto petrolifero sulla biodiversità degli
ecosistemi dell'area protetta.

Il rischio - secondo la OLA - è quello che essi affrontino discussioni
astratte e teoriche che, nell'elencare specie floro-faunistiche e
caratteristiche ambientali, dimenticano però di fare il punto sulla
salvaguardia degli habitat naturali, minacciati oggi dall'intensa
attività petrolifera ed antropica, così come confermano la messa in
produzione di pozzi situati all'interno del perimetro del Parco, le
richieste di nuove autorizzazioni ambientali per la VIA, per attività
di ricerca ed estrazione di greggio, l'inquinamento ambientale e
petrolifero purtroppo presente anche nell'area parco, nonchè progetti
in contrasto con la vocazione dei territori. È indubbio che gli
ambienti naturali ed il territorio in Val d'Agri stiano, infatti,
subendo grossi danni in termini di depauperamento, così come dimostra
la vicenda della scorsa primavera, purtroppo ancora poco chiara,
dell'inquinamento del SIC/ZPS Lago del Pertusillo e di aree di
Interesse Comunitario quali quelle comprese nei SIC/ZPS Serra di
Calvello e Monte Volturino, situati nel cuore del Parco.

La nostra Organizzazione auspica che i finanziamenti al Parco vengano
utilizzati per disinquinare le aree contaminate dal petrolio, nel
costruire nuovi depuratori e far funzionare quelli che non funzionano
in Val d'Agri, nel risarcire i cittadini e gli agricoltori che vivono
intorno al Centro olio per i danni subiti e che nessuno vuol
riconoscere, nella vigilanza del territorio, nel potenziamento delle
strutture di controllo e monitoraggio del Parco, piuttosto che in uno
sperpero di fondi finalizzato a produrre ulteriori e costosi "parchi
di carta" sfruttati esclusivamente come giustificazione per inutili ed
effimeri progetti turistici (vedi Arte Pollino, Grandi Attrattori,
Ponte del Pertusillo), oppure in studi e consulenze di cui il Parco
non saprà mai che farsene, incentivando così diversi "sottoboschi",
ben diversi da quelli degli habitat naturali.

La OLA si augura che i responsabili di Eni spa, chiamati allo stesso
tavolo del workshop a discutere di biodiversità, diano impegni
concreti sul disinquinamento delle aree contaminate e che gli
amministratori regionali e locali prendano finalmente atto
dell'esistenza del Parco, non autorizzando di conseguenza nuove
attività petrolifere nel suo perimetro, a norma delle misure di
salvaguardia vigenti evitando così di trasformare un workshop sulla
biodiversità in passerella politica.

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